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Pietro Metastasio Antigono IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SETTIMA
Berenice sola.
BEREN. |
Berenice, che fai? Muore il tuo bene, Stupida, e tu non corri!... Oh Dio! vacilla L’incerto passo; un gelido mi scuote Insolito tremor tutte le vene, E a gran pena il suo peso il piè sostiene. (si appoggia) Dove son? Qual confusa Folla d’idee tutte funeste adombra La mia ragion? Veggo Demetrio; il veggo Che in atto di ferir... Fermati, vivi: D’Antigono io sarò. Del core ad onta, Volo a giurargli fé: dirò che l’amo; Dirò... Misera me! s’oscura il giorno! Balena il ciel! L’hanno irritato i miei Meditati spergiuri. Aimè! lasciate Ch’io soccorra il mio ben, barbari dèi. Voi m’impedite, e intanto Forse un colpo improvviso... Ah! sarete contenti; eccolo ucciso. Aspetta, anima bella: ombre compagne A Lete andrem. Se non potei salvarti, Potrò fedel... Ma tu mi guardi e parti!
Non partir, bell’idol mio: Per quell’onda all’altra sponda Voglio anch’io passar con te. Voglio anch’io...
Me infelice! Che fingo, che ragiono? Dove rapita sono Dal torrente crudel de’ miei martìri? (piange) Misera Berenice, ah! tu deliri.
Perché, se tanti siete Che delirar mi fate, Perché non m’uccidete, Affanni del mio cor? Crescete, oh Dio! crescete, Fin che mi porga aita, Con togliermi di vita, L’eccesso del dolor. (parte) |