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Pietro Metastasio
Achille in Sciro

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SCENA QUARTA

 

Nearco e poi Ulisse ed Arcade delle navi.

 

NEAR.

Che difficile impresa,

Tetide, m'imponesti! Ogni momento

Temo scoperto Achille. È ver che amore

Lo tiene a fren: ma, se una tromba ascolta,

Se rimira un guerrier, s'agita, avvampa,

Sdegna l'abito imbelle. Or che farebbe,

Se sapesse che Troia

Senza lui non cadrà? che lui domanda

Tutta la Grecia armata? Ah! tolga il Cielo

Che alcuno in questo lido

Non venga a ricercarlo... Oh dèi! m'inganno?

Ulisse! E qual cagione

Qui lo conduce? Ah! non a caso ei viene.

Che farò? Mi conosce,

E nella reggia appunto

Del genitor d'Achille. È ver che ormai

Lungo tempo è trascorso. In ogni caso

Negherò d'esser quello. Olà! straniero,

Non osar d'inoltrarti

Senza dirmi chi sei. Questa è la legge:

Il mio re la prescrisse.

ULI.

Si ubbidisca alla legge: io sono Ulisse.

NEAR.

Ulisse! I detti audaci

Scusa, eroe generoso. Al re men volo

Con sì lieta novella. (vuol partire)

ULI.

(considerandolo attentamente) Odi. E tu sei

Servo di Licomede?

NEAR.

Appunto.

ULI.

Il nome.

NEAR.

Nearco.

ULI.

Ove nascesti?

NEAR.

Nacqui in Corinto.

ULI.

E da' paterni lidi

Perché mai qui venisti?

NEAR.

Io venni... Oh Dio.

Signor, troppo m'arresti; e il re frattanto

Non sa chi giunse in porto.

ULI.

Va dunque.

NEAR.

(Ah! ch'io fingea s'è quasi accorto). (parte)

 

 

 




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