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Pietro Metastasio
Artaserse

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SCENA QUARTA

 

Artaserse  e Megabise

 

ARTAS.

Qual vittima si svena! Ah Megabise...

MEG.

Sgombra le tue dubbiezze. Un colpo solo

Punisce un empio e t’assicura il regno.

ARTAS.

Ma potrebbe il mio sdegno

Al mondo comparir desio d’impero.

Questo, questo pensiero

Saria bastante a funestar la pace

Di tutt’i giorni miei. No, no; si vada

Il cenno a rivocar... (in atto di partire)

MEG.

Signor, che fai?

È tempo, è tempo ormai

Di rammentar le tue private offese.

Il barbaro germano

Ad essere inumano

Più volte t’insegnò.

ARTAS.

Ma non degg’io

Imitarlo ne’ falli. Il suo delitto

Non giustifica il mio. Qual colpa al mondo

Un esempio non ha? Nessuno è reo,

Se basta a’ falli sui

Per difesa portar l’esempio altrui.

MEG.

Ma ragion di natura

È il difender se stesso. Egli t’uccide,

Se non l’uccidi.

ARTAS.

 

Il mio periglio appunto

Impegnerà tutto il favor di Giove

Del reo germano ad involarmi all’ira. (in atto di partire)

 

 

 

 




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