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Pietro Metastasio
Artaserse

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SCENA SESTA

 

Semira  e Megabise

 

SEM.

Gran cose io temo. Il mio germano Arbace

Parte pria dell’aurora. Il padre armato

Incontro, e non mi parla. Accusa il Cielo

Agitato Artaserse, e m’abbandona.

Megabise, che fu? Se tu lo sai,

Determina il mio core

Fra tanti suoi timori a un sol timore.

MEG.

E tu sola non sai che Serse ucciso

Fu poc’anzi nel sonno?

Che Dario è l’uccisore? e che la reggia

Fra le gare fraterne arde divisa?

SEM.

Che ascolto! Or tutto intendo.

Miseri noi! misera Persia!

MEG.

Eh lascia

D’affliggerti, o Semira. Hai forse parte

Fra l’ire ambiziose e fra i delitti

Della stirpe real? Forse paventi

Che un re manchi alla Persia? Avremo, avremo

Pur troppo a chi servir. Si versi il sangue

De’ rivali germani, inondi il trono:

Qualunque vinca, indifferente io sono.

SEM.

Ne’ disastri d’un regno

Ciascuno ha parte, e nel fedel vassallo

L’indifferenza è rea. Sento che immondo

È del sangue paterno un empio figlio,

Che Artaserse è in periglio; e vuoi ch’io miri

Questa vera tragedia,

Spettatrice indolente e senza pena,

Come i casi d’Oreste in finta scena?

MEG.

So che parla in Semira

D’Artaserse l’amor. Ma senti: o questo

Del germano trionfa, e, asceso in trono,

Di te non avrà cura; o resta oppresso,

E l’oppressor vorrà vederlo estinto:

Onde lo perdi, o vincitore o vinto.

Vuoi d’un labbro fedele

Il consiglio ascoltar? Scegli un amante

Uguale al grado tuo. Sai che l’amore

D’uguaglianza si nutre. E se mai porre

Volessi in opra il mio consiglio, allora

Ricordati, ben mio, di chi t’adora.

SEM.

Veramente il consiglio

Degno è di te; ma voglio

Renderne un altro in ricompensa, e parmi

Più opportuno del tuo: lascia d’amarmi.

MEG.

È impossibile, o cara,

Vederti e non amarti.

SEM.

E chi ti sforza

Il mio volto a mirar? Fuggimi, e un’altra

Di me più grata all’amor tuo ritrova.

MEG.

Ah che ’l fuggir non giova. Io porto in seno

L’immagine di te; quest’alma, avvezza

D’appresso a vagheggiarti, ancor da lungi

Ti vagheggia, ben mio. Quando il costume

Si converte in natura,

L’alma quel che non ha sogna e figura.

 

Sogna il guerrier le schiere,

Le selve il cacciator,

E sogna il pescator

Le reti e l’amo.

Sopito in dolce oblio,

Sogno pur io così

Colei, che tutto il dì

Sospiro e chiamo. (parte)

 

 

 




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