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Pietro Metastasio Artaserse IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINTA
Semira e Megabise
SEM. |
Ascolta, o Megabise. Io mi lusingo Al fin dell’amor tuo. Posso una prova Sperarne a mio favor? |
MEG. |
Che non farei, Cara, per ubbidirti? |
SEM. |
E pure io temo Le ripugnanze tue. |
MEG. |
Questo timore Dilegui un tuo comando. |
SEM. |
Ah, se tu m’ami, Questi imenei disciogli. |
MEG. |
Io? |
SEM. |
Sì, salvarmi Del genitor così potrai dall’ira. |
MEG. |
T’ubbidirei, ma parmi Ch’ora meco scherzar voglia Semira. |
SEM. |
Io non parlo da scherzo. |
MEG. |
Eh, non ti credo. Vuoi così tormentarmi: io me n’avvedo. |
SEM. |
Tu mi deridi. Io ti credei fin ora Più generoso amante. |
MEG. |
Ed io più saggia Fin ora ti credei. |
SEM. |
D’un alma grande Che bella prova è questa! |
MEG. |
Che discreta richiesta Da farsi a un amator! |
SEM. |
T’apersi un campo, Ove potevi esercitar con lode La tua virtù senz’essermi molesto. |
MEG. |
La voglio esercitar, ma non in questo. |
SEM. |
Dunque in vano sperai? |
MEG. |
Sperasti in vano. |
SEM. |
Dunque il pianto... |
MEG. |
Non giova. |
SEM. |
Queste preghiere mie... |
MEG. |
Son sparse a’ venti. |
SEM. |
E bene, al padre ubbidirò, ma senti: Non lusingarti mai Ch’io voglia amarti. Aborrirò costante Quel funesto legame Che a te mi stringerà. Sarai, lo giuro, Oggetto agli occhi miei sempre d’orrore: La mano avrai, ma non sperare il core. |
MEG. |
Non lo chiedo, o Semira. Io mi contento Di vederti mia sposa. E per vendetta, Se ti basta d’odiarmi, Odiami pur, ch’io non saprò lagnarmi.
Non temer ch’io mai ti dica Alma infida, ingrato core: Possederti ancor nemica Chiamerò felicità. Io detesto la follia D’un incomodo amatore, Che a’ pensieri ancor vorria Limitar la libertà. (parte) |