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Pietro Metastasio Artaserse IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SESTA
Semira, poi Mandane
SEM. |
Qual serie di sventure un giorno solo Unisce a’ danni miei! Mandane, ah! senti. |
MAN. |
Non m’arrestar, Semira. |
SEM. |
Ove t’affretti? |
MAN. |
Vado al real consiglio. |
SEM. |
Io tua seguace Sarò, se giova all’infelice Arbace. |
MAN. |
L’interesse è distinto: Tu salvo il brami, ed io lo voglio estinto. |
SEM. |
E un’amante d’Arbace Parla così? |
MAN. |
Parla così, Semira, Una figlia di Serse. |
SEM. |
Il mio germano O non ha colpa, o per tua colpa è reo, Perché troppo t’amò. |
MAN. |
Questo è il maggiore De’ falli suoi. Col suo morir degg’io Giustificar me stessa, e vendicarmi Di quel rossor che soffre Il mio genio real, che a lui donato Dovea destarlo a generose imprese, E per mia pena un traditor lo rese. |
SEM. |
E non basta a punirlo Delle leggi il rigor che a lui sovrasta, Senza gl’impulsi tuoi? |
MAN. |
No, che non basta. Io temo in Artaserse La tenera amistà; temo l’affetto Ne’ satrapi e ne’ grandi, e temo in lui Quell’ignoto poter, quell’astro amico, Che in fronte gli risplende, Che degli animi altrui signor lo rende. |
SEM. |
Va, sollecita il colpo; Accusalo, spietata; Riducilo a morir; però misura Prima la tua costanza. Hai da scordarti Le speranze, gli affetti, La data fé, le tenerezze, i primi Scambievoli sospiri, i primi sguardi, E l’idea di quel volto, Dove apprese il tuo core La prima volta a sospirar d’amore. |
MAN. |
Ah, barbara Semira, Io che ti feci mai? Perché risvegli Quella, al dover ribelle, Colpevole pietà, che opprimo in seno A forza di virtù? Perché ritorni Con quest’idea, che ’l mio coraggio atterra, Fra’ miei pensieri a rinnovar la guerra?
Se d’un amor tiranno Credei di trionfar, Lasciami nell’inganno, Lasciami lusingar Che più non amo. Se l’odio è il mio dover Barbara! e tu lo sai, Perché avveder mi fai Che in van lo bramo? (parte) |