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Pietro Metastasio
Artaserse

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SCENA OTTAVA

 

Luogo magnifico destinato per la coronazione di Artaserse. Trono da un lato con sopra scettro e corona.

Ara nel mezzo accesa, con simulacro del Sole.

 

Artaserse ed Artabano con numeroso séguito e popolo.

 

ARTAS.

A voi, popoli, io m’offro

Non men padre che re. Siatemi voi

Più figli che vassalli. Il vostro sangue,

La gloria vostra, e quanto

È di guerra o di pace acquisto o dono

Vi serberò: voi mi serbate il trono;

E faccia il nostro core

Questo di fedeltà cambio e d’amore.

Sarà del regno mio

Soave il freno. Esecutor geloso

Delle leggi io sarò. Perché sicuro

Ne sia ciascun, solennemente il giuro. (una comparsa reca una sottocoppa con tazza)

ARTAB.

Ecco la sacra tazza. Il giuramento

Abbia nodo più forte: (porge la tazza ad Artaserse)

Compisci il rito. (E beverai la morte).

ARTAS.

«Lucido Dio, per cui l’april fiorisce,

Per cui tutto nel mondo e nasce e muore,

Volgiti a me. Se il labbro mio mentisce,

Piombi sopra il mio capo il tuo furore;

Languisca il viver mio, come languisce

Questa fiamma al cader del sacro umore; (versa sul fuoco parte del liquore)

E si cangi, or che bevo, entro il mio seno

La bevanda vital tutta in veleno». (in atto di bere)

 

 

 




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