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Pietro Metastasio Attilio Regolo IntraText CT - Lettura del testo |
PUBLIO Addio, Barce vezzosa.
BARCE Odi. Non sai
dell'orator cartaginese il nome?
PUBLIO Sì; Amilcare si appella.
BARCE È forse il figlio
d'Annone?
PUBLIO Appunto.
BARCE (Ah l'idol mio!)
PUBLIO Tu cangi
color! Perché? Fosse costui cagione
del tuo rigor con me?
BARCE Signor, trovai
tal pietà di mia sorte
in Attilia ed in te, che non m'avvidi
fin or di mie catene; e troppo ingrata
sarei, se t'ingannassi: a te sincera
tutto il cor scoprirò. Sappi...
PUBLIO T'accheta:
mi prevedo funesta
la tua sincerità. Fra le dolcezze
di questo dì non mescoliam veleno;
se d'altri sei, vo' dubitarne almeno.
Se più felice oggetto
occupa il tuo pensiero,
taci, non dirmi il vero,
lasciami nell'error.
È pena, che avvelena,
un barbaro sospetto;
ma una certezza è pena
che opprime affatto un cor.