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Pietro Metastasio
Attilio Regolo

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Scena sesta - Publio, Regolo, Attilia

 

PUBLIO          Ma in vano,

signor, lo speri.

REG. E chi potrà vietarlo?

PUBLIO Tutto il popolo, o padre: è affatto ormai

incapace di fren. Per impedirti

il passaggio alle navi ognun s'affretta

precipitando al porto; e son di Roma

già l'altre vie deserte.   

REG.   E Manlio?       

PUBLIO          È il solo

che ardisca opporsi ancora

al voto universal. Prega, minaccia;

ma tutto inutilmente. Alcun non l'ode,

non l'ubbidisce alcun. Cresce a momenti

la furia popolar. Già su le destre

ai pallidi littori

treman le scuri; e non ritrova ormai

in tumulto sì fiero

esecutori il consolare impero.

REG. Attilia, addio: Publio, mi siegui.  

ATT.    E dove?

REG. A soccorrer l'amico; il suo delitto

a rinfacciare a Roma; a conservarmi

l'onor di mie catene;

a partire, o a spirar su queste arene.

ATT. Ah padre! ah no! Se tu mi lasci...           

REG.   Attilia,

molto al nome di figlia,

al sesso ed all'età fin or donai:

basta; si pianse assai. Per involarmi

d'un gran trionfo il vanto

non congiuri con Roma anche il tuo pianto.

ATT. Ah tal pena è per me...

REG.   Per te gran pena

è il perdermi, lo so. Ma tanto costa

l'onor d'esser romana. 

ATT.    Ogni altri prova

son pronta...    

REG. E qual? Co' tuoi consigli andrai

forse fra i padri a regolar di Roma

in Senato il destin? Con l'elmo in fronte

forse i nemici a debellar pugnando

fra l'armi suderai? Qualche disastro

se a soffrir per la patria atta non sei

senza viltà, dì, che farai per lei?

ATT. È ver. Ma tal costanza...

REG. È difficil virtù: ma Attilia al fine

è mia figlia, e l'avrà.     

ATT.    Sì, quanto io possa,

gran genitor, t'imiterò. Ma... oh Dio!

Tu mi lasci sdegnato:

io perdei l'amor tuo.    

REG.   No, figlia; io t'amo,

io sdegnato non son. Prendine in pegno

questo amplesso da me. Ma questo amplesso

costanza, onor, non debolezza inspiri.

ATT. Ah sei padre, mi lasci, e non sospiri!

REG. Io son padre, e nol sarei

se lasciassi a' figli miei

un esempio di viltà.

Come ogni altro ho core in petto;

ma vassallo è in me l'affetto;

ma tiranno in voi si fa.

 





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