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Pietro Metastasio Catone in Utica IntraText CT - Lettura del testo |
ATTO SECONDO
SCENA PRIMA
Alloggiamenti militari sulle rive del fiume Bagrada, con varie isole
che comunicano fra loro per diversi ponti.
Catone con séguito, poi Marzia, indi Arbace
CAT. |
Romani, il vostro duce, Se mai sperò da voi prove di fede, Oggi da voi le spera, oggi le chiede. |
MAR. |
Nelle nuove difese, Che la tua cura aggiunge, io veggio, o padre, Segni di guerra; e pur sperai vicina La sospirata pace. |
CAT. |
In mezzo all’armi Non v’è cura che basti. Il solo aspetto Di Cesare seduce i miei più fidi. |
ARB. |
Signor, già de’ Numidi Giunser le schiere: eccoti un nuovo pegno Della mia fedeltà. |
CAT. |
Non basta, Arbace, Per togliermi i sospetti. |
ARB. |
Oh dèi! Tu credi... |
CAT. |
Sì, poca fede in te. Perché mi taci Chi a differir t’induca Il richiesto imeneo? Perché ti cangi Quando Cesare arriva? |
ARB. |
Ah, Marzia, al padre Ricorda la mia fé. Vedi a qual segno Giunge la mia sventura. |
MAR. |
E qual soccorso Darti poss’io? |
ARB. |
Tu mi consiglia almeno. |
MAR. |
Consiglio a me si chiede? Servi al dovere e non mancar di fede. |
ARB. |
(Che crudeltà!) |
CAT. |
(ad Arbace) Già il suo consiglio udisti. Or che risolvi? |
ARB. |
Ah! se fui degno mai Dell’amor tuo, soffri l’indugio. Io giuro Per quanto ho di più caro, Ch’è l’onor mio, ch’io ti sarò fedele. Il domandarti al fine Che l’imeneo nel nuovo dì succeda, Sì gran colpa non è. |
CAT. |
Via, si conceda: Ma dentro a queste mura, Fin che sposo di lei te non rimiro, Cesare non ritorni. |
MAR. |
(Oh dèi!) |
ARB. |
(Respiro). |
MAR. |
Ma questo a noi che giova? (a Catone) |
CAT. |
In simil guisa D’entrambi io m’assicuro. Impegna Arbace Con obbligo maggior la propria fede: E Cesare, se il vede Più stretto a noi, non può di lui fidarsi. |
MAR. |
E dovrà dilungarsi Per sì lieve cagione affar sì grande? |
ARB. |
Marzia, sia con tua pace, Ti opponi a torto. Al tuo riposo e al mio Saggiamente ei provvide. |
MAR. |
E tu sì franco Soffri che a tuo riguardo Un rimedio si scelga, anche dannoso Forse alla pace altrui? Né ti sovviene A chi manchi, se vanno Le speranze di tanti in abbandono? |
ARB. |
Servo al dovere, e mancator non sono. |
CAT. |
Marzia, t’accheta. Al nuovo giorno, o prence, Sieguan le nozze, io tel consento: intanto Ad impedir di Cesare il ritorno Mi porto in questo punto. |
MAR. |
(Dèi! che farò?) |