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Pietro Metastasio
Catone in Utica

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SCENA SEDICESIMA

 

Arbace solo.

 

ARB.

L’ingiustizia, il disprezzo,

La tirannia, la crudeltà, lo sdegno

Dell’ingrato mio ben senza lagnarmi

Tollerare io saprei: tutte son pene

Soffribili ad un cor. Ma su le labbra

Della nemica mia sentire il nome

Del felice rival: saper che l’ama:

Udir che i pregi ella ne dica, e tanto

Mostri per lui d’ardire:

Questo, questo è penar, questo è morire!

 

Che sia la gelosia

Un gelo in mezzo al foco,.

È ver; ma questo è poco.

È il più crudel tormento

D’un cor che s’innamora;

E questo è poco ancora.

Io nel mio cor lo sento,

Ma non lo so spiegar.

Se non portasse amore

Affanno sì tiranno,

Qual è quel rozzo core

Che non vorrebbe amar?





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