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Pietro Metastasio Catone in Utica IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SECONDA
Cesare e poi Marzia
CES. |
Quanti aspetti la sorte Cangia in un giorno! |
MAR. |
Ah Cesare, che fai? Come in Utica ancor? |
CES. |
L’insidie altrui Mi son d’inciampo. |
MAR. |
Per pietà, se m’ami, Come parte del mio Difendi il viver tuo. Cesare, addio. (in atto di partire) |
CES. |
Fermati, dove fuggi? |
MAR. |
Al germano, alle navi il padre irato Vuol la mia morte. (Oh Dio, (guardando intorno) Giungesse mai!) Non m’arrestar: la fuga Sol può salvarmi. |
CES. |
Abbandonata e sola Arrischiarti così? Ne’ tuoi perigli Seguirti io deggio. |
MAR. |
No: se è ver che m’ami, Me non seguir; pensa a te sol: non déi Meco venire. Addio... Ma senti: in campo, Com’è tuo stil, se vincitor sarai, Oggi del padre mio Risparmia il sangue, io te ne priego. Addio. (in atto di partire) |
CES. |
T’arresta anche un momento. |
MAR. |
È la dimora Perigliosa per noi: potrebbe... Io temo... (guardando intorno) Deh! lasciami partir. |
CES. |
Così t’involi? |
MAR. |
Crudel! da me che brami? È dunque poco Quanto ho sofferto? Ancor tu vuoi ch’io senta Tutto il dolor d’una partenza amara? Lo sento sì, non dubitarne: il pregio D’esser forte m’hai tolto. In van sperai Lasciarti a ciglio asciutto. Ancora il vanto Del mio pianto volesti: ecco il mio pianto. |
CES. |
Aimè, l’alma vacilla! |
MAR. |
Chi sa se più ci rivedremo, e quando: Chi sa se il fato rio Non divida per sempre i nostri affetti. |
CES. |
E nell’ultimo addio tanto ti affretti?
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MAR. |
Confusa, smarrita, Spiegarti vorrei Che fosti... che sei... Intendimi, oh Dio! Parlar non poss’io: Mi sento morir. Fra l’armi, se mai Di me ti rammenti, Io voglio... Tu sai... Che pena! Gli accenti Confonde il martìr. (parte) |