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Pietro Metastasio Ciro riconosciuto IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SECONDA
Mitridate, poi Atigage
MITR.
Oh de' provvidi numi
Infinito saper, per qual di Ciro
Mirabile cammin guidi la sorte!
Lo manda Astiage a morte;
La mia pietà lo serba; e a me, perch'io
Non possa esser convinto,
Nasce opportuno al cambio un figlio estinto.
Si sa che Ciro è in vita;
Il re lo cerca; e, affinch'ei sia deluso,
Ecco, né si sa come,
Usurpa un impostor di Ciro il nome.
Vien lusingato il falso erede; e il vero
Nol conosce e l'uccide; e il colpo appunto
In tal tempo succede,
Che il tiranno lo crede
Esecuzion d'un suo comando. E pure
Trovasi ancor chi, per sottrarsi a' numi,
Forma un nume del caso, e vuol che il mondo
Da una mente immortal retto non sia.
Cecità temeraria! empia follia!
AST.
Mitridate.
MITR.
Signor, fosti ubbidito.
Ciro non vive più.
AST.
Lo so. Ti deggio,
Amico, il mio riposo. E qual poss'io
Render degna mercede a' merti tui?
Vieni, vieni al mio seno. (Odio costui).
MITR.
Altro premio io non vuo'...
AST.
Non trattenerti,
Mitridate, con me: potrebbe alcuno
Dubitar del segreto.
MITR.
Il figlio Alceo...
AST.
So che vuoi dirmi: è prigioniero. Io penso
A salvarlo, a premiarti.
Tutto farò per voi: fidati e parti.
MITR.
Vado, mio re.
AST.
(Più non tornasse almeno!)
MITR.
(Qual tempesta i tiranni han sempre in seno!) (parte)