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Pietro Metastasio
Ciro riconosciuto

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SCENA DODICESIMA

 

Arpalice sola.

 

ARPA.

Ah! chi saprebbe mai

D'Alceo darmi novella? Io non ho pace

Se il suo destin non so. Ma tanto affanno

Troppo i doveri eccede

D'un grato cor. Che? D'un pastore amante

Arpalice sarebbe! Eterni dèi,

Da tal viltà mi difendete. Io dunque,

Germe di tanti eroi... No, no; rammento

Quel che debbo a me stessa. E pur quel volto

Mi sta sempre su gli occhi. Ah! chi mi toglie,

Chi, la mia pace antica?

È Amore? Io nol distinguo: alcun mel dica.

 

So che presto ognun s'avvede

In qual petto annidi Amore;

So che tardi ognor lo vede

Chi ricetto in sen gli dà.

Son d'Amor sì l'arti infide,

Che ben spesso altrui deride

Chi già porta in mezzo al core

La ferita e non lo sa.





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