Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Pietro Metastasio Ciro riconosciuto IntraText CT - Lettura del testo |
ATTO TERZO
SCENA PRIMA
Montuosa.
Mandane e Mitridate
MAND.
Lo veggo, Mitridate: un vivo esempio
Tu sei di fedeltà. Non istancarti
L'istoria a raccontarmi: a pro di Ciro
Io so già quanto oprasti,
E Cambise lo sa. Pensiamo entrambi
Le tue cure a premiar. (Perfido!) È vero
Che del merito tuo sempre minore
La mercede sarà; pur quel che feci
Sembrerà, lo vedrai,
Poco a Mandane, a Mitridate assai.
MITR.
Questo tanto parlarmi
Di premio e di mercé troppo m'offende.
Che? Mandane mi crede
Mercenario così? S'inganna. Io fui
Già premiato abbastanza,
Compiendo il dover mio. Le rozze spoglie
Non trasformano un'alma. In me, lo sai,
L'esser pastore è scelta,
Non è sventura. Io volontario elessi
Questa semplice vita; e forse appunto
Per serbarmi qual sono, e qual mi credi
Per mai non divenir.
MAND.
(Numi, a qual segno
Può simular l'indegno!)
MITR.
Un tal pensiero
Tanto oltraggio mi fa...
MAND.
Perdona: è vero.
Il desio d'esser grata
Mi trasportò. Dovea pensar che il solo
Premio dell'alme grandi
Son l'opre lor. Chi giunse,
E tu ben vi giungesti, al grado estremo
D'un'eroica virtù, tutto ritrova,
Tutto dentro di sé: pieno si sente
D'un sincero piacer, d'una sicura
Tranquillità, che rappresenta in parte
Lo stato degli dèi. Di', tu lo provi,
Non è così?
MITR.
Sì; né di questa in vece
Torrei di mille imperi...
MAND.
Anima vile!
Traditor! scellerato!
MITR.
Io! principessa,
Io!
MAND.
Sì. Credevi, o stolto,
Le tue frodi occultar? Speravi, iniquo,
Che in vece del mio figlio il tuo dovessi
Stringermi al sen? No, perfido! io non sono
Tanto in odio agli dèi. Ciro ho perduto;
Ma so perché; so chi l'uccise, e voglio
E posso vendicarmi.
MITR.
In quale inganno,
In qual misero error?...
MAND.
Taci: m'ascolta,
E comincia a tremar. Sappi che in questo
Momento, in cui ti parlo,
Sta spirando il tuo figlio.
MITR.
Ah! come?
MAND.
Ed io,
Sentimi, traditore; io fui che l'empio
A trovar chi l'uccida
Ingannato mandai.
MITR.
Tu stessa!
MAND.
Aita
Vedi se può sperar: solingo è il loco,
Chi l'attende è Cambise.
MITR.
Ah, che facesti,
Sconsigliata Mandane! Ah! corri, ah! Dimmi
Qual luogo almeno...
MAND.
Oh! questo no: potresti
Forse giugnere in tempo. Il loco ancora
Saprai, ma non sì presto.
MITR.
Ah, principessa,
Pietà di te! Quel che tu credi Alceo,
È il tuo Ciro, è il tuo figlio.
MAND.
Eh! questa volta
Non sperar ch'io ti creda.
MITR.
Il suol m'inghiotta,
Un fulmine m'opprima,
Se mentii, se mentisco.
MAND.
Empia favella,
Familiare a' malvagi.
MITR.
Odimi. Io voglio
Qui fra' lacci restar: tu corri intanto
La tragedia a impedir. Se poi t'inganno,
Torna allora a punirmi,
Squarciami allora il sen.
MAND.
Scaltra è l'offerta,
Ma non ti giova: in quest'angustia, il colpo
Ti basta differir. Sai ch'io non posso
D'alcun fidarmi, e ti prometti intanto
Il soccorso del re.
MITR.
Che far degg'io,
Santi numi del ciel? Povero prence!
Infelici mie cure! Io mi protesto
Di bel nuovo, o Mandane: il finto Alceo
È Ciro, è il figlio tuo: salvalo! corri!
Credimi per pietà! Se non mi credi,
Diventi, o principessa,
L'orror, l'odio del mondo e di te stessa.
MAND.
Fremi pure a tua voglia,
Non m'inganni però.
MITR.
Ma questo, oh Dio!
Questo canuto crine
Merta sì poca fé? Vaglion sì poco
Le lagrime ch'io spargo?
MAND.
In quelle appunto
Conosco il padre. In tale stato anch'io,
Barbaro! son per te. Provalo: impara
Che sia perdere un figlio.
MITR.
(Oh nostra folle,
Misera umanità! Come trionfa
Delle miserie sue!) Parla, Mandane:
Ciro dov'è? Vorrai parlar, ma quando
Tardi sarà.
MAND.
Va, traditor! ch'io dica
Di più, non aspettar.
MITR.
Sogno? son desto?
Dove corro? che fo? Che giorno è questo!
Dimmi, crudel, dov'è:
Ah! non tacer così.
Barbaro Ciel, perché
Insino a questo dì
Serbarmi in vita?
Corrasi... E dove? Oh dèi!
Chi guida i passi miei?
Chi almen, chi per mercé
La via m'addita? (parte)