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Pietro Metastasio Ciro riconosciuto IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA ULTIMA
Aspetto esteriore di magnifico tempio dedicato a Diana, fabbricato sull’eminenza d’un colle.
Astiage con la spada alla mano, poi Cambise, indi Arpago, ciascuno con séguito; alfine tutti, l’un dopo l’altro.
CORO
Le tue selve in abbandono
Lascia, o Ciro, e vieni al trono;
Vieni al trono, o nostro amor.
AST.
Ah, rubelli! ah, spergiuri! ov'è la fede
Dovuta al vostro re? Nessun m'ascolta?
M'abbandona ciascun? No, non saranno
Tutti altrove sì rei. (vuol partire)
CAMB. (arrestandolo)
Ferma, tiranno!
AST.
Ah, traditor! (in atto di difesa)
CAMB.
(al suo séguito) Voi custodite il passo;
E tu ragion mi rendi... (ad Astiage)
AST.
Arpago, ah! vieni; il tuo signor difendi.
ARP.
Circondatelo, amici. (dall’altro lato con seguaci) Al fin pur sei,
Empio! ne' lacci miei.
AST.
Tu ancora!
ARP.
Io solo,
Barbaro! io sol t'uccido: a questo passo,
Sappilo, io ti riduco.
AST.
E tanta fede?
E tanto zelo?
ARP.
A chi svenasti un figlio
Non dovevi fidarti. I torti oblia
L'offensor, non l'offeso.
AST.
Ah, indegno!
ARP.
È questa
La pena tua.
CAMB.
La mia vendetta è questa.
ARP.
Cadi! (in atto di ferire)
CAMB.
Mori, crudel! (come sopra)
CIRO
Ferma! (trattenendo Arpago)
MAND.
T'arresta. (trattenendo Cambise)
ARPAL.
(Che avvenne?)
MITR.
(Che sarà?)
MAND.
Rifletti, o sposo...
CIRO
Arpago, pensa...
CAMB. (a Mandane)
È un barbaro.
MAND.
È mio padre.
ARP.
È un tiranno. (a Ciro)
CIRO
È il tuo re.
CAMB.
Punirlo io voglio.
ARP.
Vendicarmi desio.
MAND.
Non fia ver.
CIRO
Non sperarlo.
AST.
Ove son io!
ARP.
Popoli, ardir! L'esempio mio seguite:
Si opprima l'oppressor.
CIRO
Popoli, udite!
Qual impeto ribelle,
Qual furor vi trasporta? Ove s'intese
Che divenga il vassallo
Giudice del suo re? Giudizio indegno,
In cui molto del reo
Il giudice è peggiore. Odiate in lui
Un parricidio, e l'imitate. Ei forse
Tentollo sol, voi l'eseguite. Un dritto,
Che avea sul sangue mio,
Forse Astiage abusò; voi, quel che han solo
Gli dèi sopra i regnanti,
Pretendete usurpar. M'offrite un trono,
Calpestandone prima
La maestà. Questo è l'amor? son questi
Gli auspizi del mio regno? Ah! ritornate,
Ritornate innocenti. A terra, a terra
L'armi sediziose. Io vi prometto
Placato il vostro re. Foste sedotti,
Lo so; vi spiace; a mille segni espressi
Già intendo il vostro cor; già in ogni destra
Veggo l'aste tremar; leggo il sincero
Pentimento del fallo in ogni fronte.
Perdonalo, signor. (ad Astiage) Per bocca mia,
Piangendo ognun tel chiede: ognun ti giura
Eterna fé. Se a cancellar l'orrore
D'attentato sì rio
V'è bisogno di sangue, eccoti il mio. (inginocchiandosi)
AST.
Oh prodigio!
MAND.
Oh stupore!
ARP.
Oh virtù che disarma il mio furore! (Arpago getta la spada, e tutti i congiurati le armi)
AST.
Figlio, mio caro figlio,
Sorgi, vieni al mio sen. Così punisci,
Generoso! i tuoi torti e l'odio mio?
Ed io, misero! ed io
D'un'anima sì grande
Tentai fraudar la terra? Ah! vegga il mondo
Il mio rimorso almeno. Eccovi in Ciro,
Medi, il re vostro. A lui
Cedo il serto real: rendigli, o figlio,
Lo splendor ch'io gli tolsi. I miei deliri
Non imitar. Quel, che fec'io, t'insegna
Quel che far non dovrai. De' numi amici
Al favor corrispondi,
E il mio rossor nelle tue glorie ascondi.
CORO
Le tue selve in abbandono
Lascia, o Ciro, e vieni al trono;
Vieni al trono, o nostro amor.
Cambia in soglio il rozzo ovile,
In real la verga umìle;
Darai legge ad altro gregge;
Anche re, sarai pastor.