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Pietro Metastasio Demetrio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SECONDA
Mitrane e detti.
MITR. |
Alceste, e dove? |
ALC. |
Non arrestarmi. A Cleonice io vado. |
MITR. |
Amico, a te l’ingresso All’aspetto real non è permesso. |
ALC. |
Ed è vero il divieto? |
MITR. |
Pur troppo è ver. |
ALC. |
Deh! per pietà, Mitrane, Intercedi per me. Ritorna a lei: Dille che a questo colpo Io resister non so; che alcun l’inganna; Che reo non sono; e che, se reo mi crede, Io saprò discolparmi al regio piede. |
MITR. |
Ubbidirti non posso. Ha la regina Che di te non si parli a noi prescritto; E ’l nominarle Alceste anch’è delitto. |
ALC. |
Ma qual è la cagione? |
MITR. |
A me la tace. |
ALC. |
Ah! son tradito. Una calunnia infame Mi fa reo nel suo core: Ma tremi il traditore, Qualunque sia. Non lungamente occulto Al mio sdegno sarà. Su l’are istesse Correrò disperato A trafiggergli il sen. |
OLI. |
Queste minacce sono inutili, Alceste. |
ALC. |
Amici, oh Dio! Perdonate i trasporti D’un’anima agitata. In questo stato Son degno di pietà. Da voi la chiedo; Voi parlate per me. Voi muova almeno Veder ne’ mali suoi Ridotto Alceste a confidarsi in voi.
Non v’è più barbaro Di chi non sente Pietà d’un misero, D’un innocente, Vicino a perdere L’amato ben. Gli astri m’uccidano, Se reo son io: Ma non dividano Dal seno mio Colei, ch’è l’anima Di questo sen. (parte) |