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Pietro Metastasio Demetrio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SETTIMA
Olinto e detti.
OLI. |
Padre, regina, Alceste Più in Seleucia non è. Per opra mia Già ne partì. |
CLEON. |
Come! |
FEN. |
Perché? |
OLI. |
Voleva Rivederti, importuno, ad ogni prezzo. Io gl’imposi in tuo nome La legge di partir. |
CLEON. |
Ma quando avesti Questa legge da me? Custodi, o dèi! (escono alcune guardie) Si cerchi, si raggiunga, Si trovi Alceste, e si conduca a noi. (partono le guardie) |
FEN. |
Misero me! |
CLEON. |
Se la ricerca è vana, (ad Olinto) Trema per te. Mi pagherai la pena Del temerario ardir. |
OLI. |
Credei servirti, Un periglioso inciampo Togliendo alla tua gloria. |
CLEON. |
E chi ti rese Sì geloso custode Del mio decoro e della gloria mia? Avresti mai potuto, Fenicio, preveder questa sventura? Il mondo tutto a danno mio congiura.
Nacqui agli affanni in seno; E dall’infausta cuna La mia crudel fortuna Venne fin or con me. Perdo la mia costanza, M’indebolisce amore; E poi del mio rossore Né meno ho la mercé. (parte) |