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Pietro Metastasio Demetrio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA UNDICESIMA
Camera con sedie.
Cleonice e poi Mitrane
CLEON. |
Eccoti, Cleonice, al duro passo Di rivedere Alceste, Ma per l’ultima volta. Avrai coraggio D’annunziargli tu stessa La sentenza crudel che t’abbandoni, Che si scordi di te? Quant’era meglio Non impedir la sua partenza! |
MITR. |
Alceste, Regina, è qui, che, ritornato in vita Dopo tante vicende, Di rivederti impaziente attende. |
CLEON. |
(Già mi palpita il cor). |
MITR. |
Fenicio il vide: L’assicurò, gli disse Quanto può nel tuo core; e parve allora Fior che, dal gelo oppresso, Risorga al sol. Rasserenò la fronte, Il pallor colorì, cangiò sembianza: Ripieno è di speranza; E, al piacere improvviso, L’allegrezza e l’amor gli ride in viso. |
CLEON. |
(E perderlo dovrò?) Parti, Mitrane: Digli che venga. In queste Stanze l’attendo. |
MITR. |
Oh fortunato Alceste! (parte) |
CLEON. |
Magnanimi pensieri E di gloria e di regno, ah! dove siete? Chi vi fugò? Per mia difesa al fiero Turbamento, ch’io provo, Vi ricerco nell’alma, e non vi trovo. Questo, questo è il momento Terribile per me. Qual posso in voi Speranza aver, se, intimoriti al solo Nome dell’idol mio, m’abbandonate? Tornate, oh Dio! tornate: Radunatevi tutti intorno al core L’ultimo sforzo a sostener d’amore. |