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Pietro Metastasio Demetrio IntraText CT - Lettura del testo |
ATTO TERZO
SCENA PRIMA
Portico della reggia, corrispondente alle sponde del mare, con barca
e marinari pronti per la partenza d’Alceste.
Olinto e poi Alceste e Fenicio
OLI. |
Sarò pure una volta Senza rival. Da questo lido al fine Vedrò Alceste partir. La sua tardanza Però mi fa temer. Si fosse mai Pentita Cleonice! Ah! non vorrei... Ma no: di sua dimora Cagion gli estremi uffici Forse saran degl’importuni amici. |
ALC. |
Signor, procuri indarno (a Fenicio, nell’uscire) Di trattenermi ancor. |
OLI. |
Son pronti, Alceste, I nocchieri e la nave, amico è il vento, Placido è il mar. |
FEN. |
(ad Olinto) Taci, importuno. Almeno Differisci per poco (ad Alceste) La tua partenza. Io non lo chiedo in vano. Resta. Del mio consiglio Non avrai da pentirti. Infino ad ora Sai pur che amico e genitor ti fui. |
OLI. |
(Mancava il padre a trattener costui!) |
ALC. |
Ah! della mia sovrana al tuo consiglio Il comando s’oppone. |
OLI. |
Alceste, a quel ch’io sento, ha gran ragione. |
FEN. |
E puoi lasciarmi? E vuoi partir? Né pensi Come resta Fenicio? Io ti sperai Più grato a tanto amor. |
ALC. |
Deh! caro padre; Ché tal posso chiamarti Mercé la tua pietà, non dirmi ingrato, Ché mi trafiggi il cor. Lo veggio anch’io Che attender non dovevi Questi del tuo sudor frutti infelici. Anch’io sperai, crescendo Su l’orme tue per il sentier d’onore, Chiamarti un dì sul ciglio Lagrime di piacer, non di dolore. Ma chi può delle stelle Contrastare al voler? Soffri ch’io parta. Forse, così partendo, Meno ingrato sarò: forse tal volta Comunica sventure La compagnia degl’infelici. Almeno, Giacché in odio son io tanto agli dèi, Prendano i giorni miei Solamente a turbar: vengano meco L’ire della fortuna, E a’ danni tuoi non ne rimanga alcuna. |
FEN. |
Figlio, non dir così. Tu non conosci Il prezzo di tua vita; e questa mia, Se a te non giova, è un peso Inutile per me. |
ALC. |
Signor, tu piangi? Ah! non merita Alceste Una lagrima tua. Questo dolore Prolungarti non deggio. Addio! restate. (in atto di partire) |
OLI. |
(Lode agli dèi!) |
ALC. |
Vi raccomando, amici, L’afflitta mia regina. Avrà bisogno Della vostra pietà nel caso amaro. Chi sa quanto le costa La sua virtù! Fra quante smanie avvolto È il suo povero cor! Trovarsi sola; Disperar di vedermi; aver presenti Le memorie, il costume, i luoghi... Oh Dio! Consolatela, amici. Amici, addio. (nel partire s’incontra in Cleonice) |