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Pietro Metastasio Demetrio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUARTA
Alceste e poi Olinto
ALC. |
Di Cleonice i detti Mi confondon la mente. Ella desia Ch’io la rimiri in braccio ad altro sposo, E poi dice che pensa al mio riposo. Questo è un voler ch’io mora Pria di partir. Ma s’ubbidisca. Io sono Per lei pronto a soffrire ogni cordoglio, E il suo comando esaminar non voglio. |
OLI. |
Sei pur solo una volta! Or non avrai Chi differisca il tuo partir. Permetti Che in pegno d’amistà l’ultimo amplesso Ti porga Olinto. |
ALC. |
Un generoso eccesso Del tuo bel cor la mia partenza onora; Ma la partenza mia non è per ora. |
OLI. |
Come! per qual ragione? |
ALC. |
La regina l’impone. |
OLI. |
Ogni momento Vai cangiando desio. |
ALC. |
Il comando cangiò: mi cangio anch’io. |
OLI. |
Ma che vuol Cleonice? È suo pensiero Forse eleggerti re? |
ALC. |
Tanto non spero. |
OLI. |
Dunque ti vuol presente Al novello imeneo. Barbaro cenno, Che non devi eseguir. |
ALC. |
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T’inganni. Io voglio Tutto soffrir. Sarà, qualunque sia, Bella, se vien da lei, la sorte mia.
Quel labbro adorato Mi è grato, m’accende, Se vita mi rende, Se morte mi dà. Non ama da vero Quell’alma, che, ingrata, Non serve all’impero D’amata beltà. (parte) |
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