Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Pietro Metastasio Demofoonte IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SESTA
Dircea, poi Creusa
DIR. |
Fermati! Ah! non m’ascolta. Eterni dèi, Custoditelo voi. S’ei pur si perde, Chi avrà cura del figlio? In questo stato Mi mancava il tormento Di tremar per lo sposo. Avessi almeno A chi chieder soccorso... Ah, principessa! Ah, Creusa, pietà! Non puoi negarla; La chiede al tuo bel core Nell’ultime miserie una che muore. |
CRE. |
Chi sei? che brami? |
DIR. |
Il caso mio già noto Pur troppo ti sarà. Dircea son io; Vado a morir; non ho delitto. Imploro Pietà, ma non per me. Salva, proteggi Il povero Timante. Egli si perde Per desio di salvarmi. In te ritrovi, Se i prieghi di chi muor vani non sono, Disperato, assistenza, e, reo, perdono. |
CRE. |
E tu, a morir vicina, Come puoi pensar tanto al suo riposo? |
DIR. |
Oh Dio! più non cercar. Sarà tuo sposo.
Se tutti i mali mieiIo ti potessi dir, Divider ti farei Per tenerezza il cor. In questo amaro pastoSì giusto è il mio martìr, Che, se tu fossi un sasso, Ne piangeresti ancor. |
(parte fra le guardie ed i ministri, che la guidano al tempio) |