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Pietro Metastasio Demofoonte IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA ULTIMA
Creusa e detti
CRE. |
Signor, veraci sono Le felici novelle, onde la reggia Tutta si riempì? |
DEM. |
Sì, principessa, Ecco lo sposo tuo. L’erede, il figlio Io ti promisi; ed in Cherinto io t’offro Ed il figlio e l’erede. |
CHER. |
Il cambio forse Spiace a Creusa. |
CRE. |
A quel che il Ciel destina In van farei riparo. |
CHER. |
Ancora non vuoi dir ch’io ti son caro? |
CRE. |
L’opra stessa il dirà. |
TIM. |
Dunque son io Quell’innocente usurpator di cui L’oracolo parlò? |
DEM. |
Sì. Vedi come Ogni nube sparì. Libero è il regno Dall’annuo sagrificio. Al vero erede La corona ritorna. Io le promesse Mantengo al re di Frigia, Senza usar crudeltà. Cherinto acquista La sua Creusa; ella uno scettro. Abbracci Sicuro tu la tua Dircea. Non resta Una cagion di duolo; E scioglie tanti nodi un foglio solo. |
TIM. |
Oh caro foglio! oh me felice! Oh numi! Da qual orrido peso Mi sento alleggerir! Figlio, consorte, Tornate a questo sen: posso abbracciarvi Senza tremar. |
DIR. |
Che fortunato istante! |
CRE. |
Che teneri trasporti! |
TIM. |
(s’inginocchia) A’ piedi tuoi Eccomi un’altra volta, Mio giustissimo re. Scusa gli eccessi D’un disperato amor. Sarò, lo giuro, Sarò miglior vassallo Che figlio non ti fui. |
DEM. |
Sorgi. Tu sei Mio figlio ancor. Chiamami padre: io voglio Esserlo fin che vivo. Era fin ora Obbligo il nostro amor; ma quindi innanzi Elezion sarà: nodo più forte, Fabbricato da noi, non dalla sorte.
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CORO |
Par maggiore ogni diletto,Se in un’anima si spande Quand’oppressa è dal timor. Qual piacer sarà perfetto,Se convien, per esser grande, Che cominci dal dolor? |