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Pietro Metastasio
Didone abbandonata

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Scena sesta - Iarba, Araspe, Osmida,

 

IARBA Araspe, alla vendetta.

ARA. Mi son scorta i tuoi passi.

OSM. Arbace, aspetta.

IARBA (Da me che bramerà?)

OSM. Posso a mia voglia

libero favellar?

IARBA Parla.

OSM. Se vuoi,

m'offro agli sdegni tuoi compagno e guida.

Didone in me confida,

Enea mi crede amico, e pendon l'armi

tutte dal cenno mio. Molto potrei

a' tuoi disegni agevolar la strada.

IARBA Ma tu chi sei?

OSM. Seguace

della tiria regina, Osmida io sono.

In Cipro ebbi la cuna,

e il mio core è maggior di mia fortuna.

IARBA L'offerta accetto, e, se fedel sarai,

tutto in mercé ciò, che domandi, avrai.

OSM. Sia del tuo re Didone, a me si ceda

di Cartago l'impero.

IARBA Io tel prometto.

OSM. Ma chi sa se consente

il tuo signore alla richiesta audace?

IARBA Promette il re, quando promette Arbace.

OSM. Dunque...

IARBA Ogni atto innocente

qui sospetto esser può: serba i consigli

a più sicuro loco e più nascoso.

Fidati; Osmida è re, se Iarba è sposo.

OSM. Tu mi scorgi al gran disegno:

al tuo sdegno, al tuo desio

l'ardir mio ti scorgerà.

Così rende il fiumicello,

mentre lento il prato ingombra,

alimento all'arboscello;

e per l'ombra umor gli dà.

 




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