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Pietro Metastasio Didone abbandonata IntraText CT - Lettura del testo |
ENEA Già tel dissi, o Selene,
male interpreta Osmida i sensi miei.
Ah piacesse agli dei
che Dido fosse infida; o ch'io potessi
figurarmela infida un sol momento!
Ma saper che m'adora,
e doverla lasciar, questo è il tormento.
SEL. Sia qual vuoi la cagione,
che ti sforza a partir, per pochi istanti
t'arresta almeno, e di Nettuno al tempio
vanne: la mia germana
vuol colà favellarti.
ENEA Sarà pena l'indugio.
SEL. Odila e parti.
ENEA Ed a colei, che adoro,
darò l'ultimo addio?
SEL. (Taccio, e non moro!)
ENEA Piange Selene!
SEL. E come,
quando parli così, non vuoi ch'io pianga?
ENEA Lascia di sospirar. Sola Didone
ha ragion di lagnarsi al partir mio.
SEL. Abbiam l'istesso cor Didone ed io.
ENEA Tanto per lei t'affliggi?
SEL. Ella in me così vive,
io così vivo in lei,
che tutti i mali suoi son mali miei.
ENEA Generosa Selene, i tuoi sospiri
tanta pietà mi fanno,
che scordo quasi il mio nel vostro affanno.
SEL. (Se mi vedessi il core,
forse la tua pietà saria maggiore).