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Pietro Metastasio
Didone abbandonata

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Scena tredicesima - Araspe, Iarba, Osmida

 

ARA. Dove corri, o signore?

IARBA Il rivale a svenar.

ARA. Come lo speri?

Ancora i tuoi guerrieri

il tuo voler non sanno.

IARBA Dove forza non val, giunga l'inganno.

ARA. E vuoi la tua vendetta

con la taccia comprar di traditore?

IARBA Araspe, il mio favore

troppo ardito ti fé. Più franco all'opre

e men pronto ai consigli io ti vorrei.

Chi son io ti rammenta, e chi tu sei.

Son quel fiume, che gonfia d'umori,

quando il gelo si scioglie in torrenti,

selve, armenti, capanne e pastori

porta seco, e ritegno non ha.

Se si vede fra gli argini stretto,

sdegna il letto, confonde le sponde,

e superbo fremendo sen va.

 




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