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Pietro Metastasio Didone abbandonata IntraText CT - Lettura del testo |
OSM. Siam traditi, o regina.
Se più tarda d'Arbace era l'aita,
il valoroso Enea
sotto colpo inumano oggi cadea.
DID. Il traditor qual è, dove dimora?
OSM. Miralo: nella destra ha il ferro ancora.
DID. Chi ti destò nel seno
sì barbaro desio?
ARA. Del mio signor la gloria e il dover mio.
DID. Come! L'istesso Arbace
disapprova...
ARA. Lo so ch'ei mi condanna:
il suo sdegno pavento;
ma il mio non fu delitto, e non mi pento.
DID. E né meno hai rossore
del sacrilego eccesso?
ARA. Tornerei mille volte a far l'istesso.
DID. Ti preverrò. Ministri,
custodite costui.
ENEA Generoso nemico,
in te tanta virtude io non credea.
Lascia che a questo sen...
IARBA Scostati, Enea.
Sappi che il viver tuo d'Araspe è dono:
che il tuo sangue vogl'io: che Iarba io sono.
DID. Tu Iarba!
ENEA Il re de' Mori!
DID. Un re sensi sì rei
non chiude in seno: un mentitor tu sei.
Si disarmi.
IARBA Nessuno
avvicinarsi ardisca, o ch'io lo sveno.
OSM. Cedi per poco almeno,
fin ch'io genti raccolga: a me ti fida.
IARBA E così vil sarò?
ENEA Fermate, amici;
a me tocca il punirlo.
DID. Il tuo valore
serba ad uopo miglior. Che più s'aspetta?
O si renda, o svenato al piè mi cada.
OSM. Serbati alla vendetta.
IARBA Ecco la spada.
DID. Frenar l'alma orgogliosa
tua cura sia.
OSM. Su la mia fé riposa.