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Pietro Metastasio
Didone abbandonata

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Scena tredicesima - Didone, Iarba

 

DID. Senti.

IARBA Lascia che parta.

DID. I suoi trasporti

a me giova calmar.

IARBA Di che paventi?

Dammi la destra, e mia

di vendicarti poi la cura sia.

DID. D'imenei non è tempo.

IARBA Perché?

DID. Più non cercar.

IARBA Saperlo io bramo.

DID. Giacché vuoi, tel dirò: perché non t'amo:

perché mai non piacesti agli occhi miei;

perché odioso mi sei; perché mi piace,

più che Iarba fedele, Enea fallace.

IARBA Dunque, perfida, io sono

un oggetto di riso agli occhi tuoi!

Ma sai chi Iarba sia?

Sai con chi ti cimenti?

DID. So che un barbaro sei, né mi spaventi.

IARBA Chiamami pur così.

Forse pentita un dì

pietà mi chiederai,

ma non l'avrai da me.

Quel barbaro, che sprezzi,

non placheranno i vezzi:

né soffrirà l'inganno

quel barbaro da te.

 




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