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Pietro Metastasio L'endimione IntraText CT - Lettura del testo |
AMORE, DIANA e NICE.
AMO. |
Misero Endimione! Avranno ancora Pietà della tua sorte I tronchi e le foreste. |
DIA. |
Cieli, che mai sarà? |
NIC. |
Che parli, Alceste? |
AMO. |
Nice, Diana, oh Dio! Nè meno ho core D'articolar gli accenti. |
DIA. |
Qualche infausta novella! |
AMO. |
Giace vicino all'antro Dell'antico Silvano, Pallido e scolorito, Endimion ferito. |
NIC. |
Ahimè! |
DIA. |
Chi fu l'indegno? |
AMO. |
Un ispido cinghiale Punto pria dal suo strale S'avventò pien di rabbia Nel molle fianco a insanguinar le labbia. Io vidi (oh quale orrore!) Sovra i funesti giri Delle candide zanne Il sangue rosseggiar tiepido ancora; Udii quell'infelice, Sparso d'immonda polve Le molli gote e le dorate chiome, Replicar moribondo il tuo bel nome. |
DIA. |
Ahimè! qual freddo gelo M'agghiaccia il sangue e mi circonda il core! Pietà, spavento, amore Vengon col lor veleno Tutti in un punto a lacerarmi il seno. Crudo mostro inumano, Rendimi la mia vita. Giove, se giusto sei, lascia che possa, In queste infauste rive Anch'io morir, se il mio bel sol non vive. |
NIC. |
Nice, tu sei di sasso Se il dolor non t'uccide. |
DIA. |
Ha vinto Amore. |
AMO. |
(E ne trionfa e ride.) |
DIA. |
Deh per pieiade, Alceste, Colà mi guida, ove il mio ben dimora. Forse ch'ei vive ancora, e pria che morte Di quel ciglio la luce in tutto scemi, Vo' raccor da' suoi labbri i spirti estremi. |
NIC. |
Fermati, o Cinzia; Endimion s'appressa. |