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Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINTA
Massimo solo.
MASS. |
Che sventura è la mia! Così ripiena Di malvagi è la terra; e, quando poi Un malvagio vogl’io, son tutti eroi. Un oltraggiato amore D’Ezio gli sdegni ad irritar non basta. La figlia mi contrasta... Eh, di riguardi Tempo non è. Precipitare omai Il colpo converrà: troppo parlai. Pria che sorga l’aurora, Mora Cesare, mora. Emilio il braccio Mi presterà. Che può avvenirne? O cade Valentiniano estinto, e pago io sono; O resta in vita, ed io farò che sembri Ezio il fellon. Facile impresa. Augusto Invido alla sua gloria, Rivale all’amor suo, senz’opra mia Il reo lo crederà. S’altro succede, Io saprò dagli eventi. Prender consiglio. Intanto Il commettersi al caso Nell’estremo periglio È il consiglio miglior d’ogni consiglio.
Il nocchier, che si figura Ogni scoglio, ogni tempesta, Non si lagni se poi resta Un mendico pescator. Darsi in braccio ancor conviene Qualche volta alla Fortuna; Ché sovente in ciò che avviene La Fortuna ha parte ancor. (parte) |