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Pietro Metastasio Achille in Sciro IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUATTORDICESIMA
Achille, Deidamia e Teagene
ACH. |
(Ah, se altre spoglie avessi!) |
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TEAG. |
Or che siam soli, Principessa gentil, soffri ch'io spieghi L'ardor di questo sen; soffri ch'io dica... |
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DEID. |
Non parlarmi d'amor: ne son nemica.
Del sen gli ardori Nessun mi vanti; Non soffro amori, Non voglio amanti: Troppo mi è cara La libertà. Se fosse ognuno Così sincero, Meno importuno Parrebbe il vero; Saria più rara L'infedeltà. (parte con Achille, il quale si ferma nell'entrare) |
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TEAG. |
Giusti numi, e in tal guisa Deidamia m'accoglie! In che son reo? Che fu? Seguasi. (vuol seguire Deidamia) |
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ACH. |
(arrestandolo) |
Ferma! ove t'affretti? |
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TEAG. |
A Deidamia appresso: Raggiungerla desio. |
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ACH. |
(risoluto) |
Non è permesso! |
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TEAG. |
Chi può vietarlo? |
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ACH. |
Io! |
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TEAG. |
Tu? |
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ACH. |
Sì: né giammai Sappilo, io parlo in vano. (parte lentamente) |
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TEAG. |
(Delle ninfe di Sciro il genio è strano. E pur quella fierezza Ha un non so che, che piace). Odi. Ma dimmi Almen perché. |
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ACH. |
(partendo lentamente) Dissi abbastanza. |
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TEAG. |
E credi Che di te sola io tema? Credi bastar tu sola? |
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ACH. |
(con aria feroce) |
Io basto, e trema! |
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TEAG. |
(Quell'ardir m'innamora). |
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DEID. |
(Ah! mancator, non sei contento ancora?) (Nell'atto che Achille si rivolge per partire, incontra su la scena Deidamia, che gli dice sdegnata il verso suddetto e lo lascia confuso) |
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ACH. |
(Misero! è ver, trascorsi). |
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TEAG. |
Ascolta: io voglio, Bella ninfa, ubbidirti; e per mercede Bramo sol de'tuoi sdegni L'origine saper... Di'... Ma... Sospiri! Mi guardi! ti confondi! Qual cambiamento è il tuo? Parla! rispondi |
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ACH. |
Risponderti vorrei Ma gela il labbro e tace: Lo rese amor loquace, Muto lo rende amor: Amor, che a suo talento Rende un imbelle audace, E abbatte in un momento, Quando gli piace, un cor. (parte) |
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