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Pietro Metastasio
Ezio

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ATTO SECONDO

 

SCENA PRIMA

 

Orti palatini, corrispondenti gli appartamenti imperiali, con viali, spalliere di fiori e fontane continuate.

Nel fondo caduta d’acque, e innanzi grotteschi e statue.

 

Massimo e poi Fulvia

 

MASS.

Qual silenzio è mai questo! È tutto in pace

L’imperiale albergo. In oriente

Rosseggia il nuovo giorno:

E pur ancor d’intorno

Suon di voci non odo, alcun non miro.

Dovrebbe pure Emilio

Aver compito il colpo. Ei mi promise

Nel tiranno punir tutti i miei torti,

E pigro...

FUL.

Ah, genitor!

MASS.

Figlia, che porti?

FUL.

Che mai facesti?

MASS.

Io nulla feci.

FUL.

Oh Dio!

Fu Cesare assalito. Io già comprendo

Donde nasce il pensier. Padre, tu sei

Che spingi a vendicarti

La man che l’assalì.

MASS.

Ma Cesare morì?

FUL.

Pensa a salvarti.

Già di guerrieri e d’armi

Tutto il soggiorno è cinto.

MASS.

Dimmi se vive o se rimase estinto.

FUL.

Nol so. Nulla di certo

Compresi nel timor.

MASS.

Sei pur codarda.

Vado a chiederlo io stesso. (in atto di partire, s’incontra in Valentiniano)

 

 

 




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