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Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA DECIMA
Valentiniano e detti.
VAL. |
Onoria, non partir. Per mio riposo Tu devi ad uno sposo, Forse poco a te caro, offrir la mano. Questi ci offese, è ver; ma il nostro stato Assicurar dobbiamo. Ei ti richiede; E al pacifico invito Acconsentir conviene. |
ONOR. |
(Ezio è pentito). M’è noto il nome suo? |
VAL. |
Pur troppo. Ho pena, Germana in profferirlo. Io dal tuo labbro Rimproveri ne attendo. A me dirai Ch’è un’anima superba, Ch’è reo di poca fé, che son gli oltraggi Troppo recenti: io lo conosco; e pure, Rammentando i perigli, È forza che a tal nodo io ti consigli. |
ONOR. |
(Rifiutarlo or dovrei; ma...) Senti. Al fine, Se giova alla tua pace, Disponi del mio cor come a te piace. |
MASS. |
Signore, il tuo disegno Io non intendo. Ezio t’insidia, e pensi Solamente a premiarlo? |
VAL. |
Ad Ezio io non pensai: d’Attila io parlo. |
ONOR. |
(Oh inganno!) Attila! |
MASS. |
E come? |
VAL. |
Un messaggier di lui Me ne recò pur ora La richiesta in un foglio. È questo un segno Che il suo fasto mancò. Non è l’offerta Vergognosa per te. Stringi uno sposo, A cui servono i re: barbaro, è vero; Ma che può, raddolcito Dal tuo nobile amore, La barbarie cangiar tutta in valore. |
ONOR. |
Ezio sa la richiesta? |
VAL. |
E che! Degg’io Consigliarmi con lui? Questo a che giova? |
ONOR. |
Giova per avvilirlo e perché meno Necessario si creda: Giova perché s’avveda Che al popolo romano Utile più d’ogni altra è questa mano. |
VAL. |
Egli il saprà; ma intanto Posso del tuo consenso Attila assicurar? |
ONOR. |
No: prima io voglio Vederti salvo. Il traditor si cerchi, Ezio favelli, e poi Onoria spiegherà gli affetti suoi.
Fin che per te mi palpita Timido in petto il cor, Accendersi d’amor Non sa quest’alma. Nell’amorosa face Qual pace ho da sperar, Se comincio ad amar Priva di calma? (parte) |