Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SESTA
Fulvia e detti.
VAL. |
(accennando Fulvia) |
Vedi qual dono. |
|
EZIO |
Fulvia! |
||
MASS. |
(Che mai sarà! L’alma s’agghiaccia). |
||
FUL. |
Da Fulvia che si vuol? |
||
VAL. |
Che ascolti e taccia. (ad Ezio) Ti sorprende l’offerta. Ella è sì grande, Che crederla non sai, ma temi in vano: La promisi: l’affermo; ecco la mano. |
||
EZIO |
A qual prezzo però mi si concede D’esserne possessor? |
||
VAL. |
Poco si chiede. Tu sei reo per amor: chi visse amante Facilmente ti scusa. Altro non bramo Che un ingenuo parlar. Tutto il disegno Svelami, te ne priego, acciò non viva Cesare più co’ suoi timori intorno. |
||
EZIO |
Addio, mia vita: alla prigione io torno. (a Fulvia) |
||
VAL. |
(E il soffro?) |
||
FUL. |
(Aimè!) |
||
VAL. |
(ad Ezio) |
Senti. E lasciar tu vuoi, |
|
|
Ostinato a tacer, Fulvia, che tanto Fedel ti corrisponde? Parla. (Né meno il traditor risponde). |
||
MASS. |
(Quanti perigli!) |
||
VAL. |
Ezio, m’ascolti? Intendi Che parlo a te? Son tali i detti miei, Che un reo, come tu sei, debba sprezzarli? |
||
EZIO |
Quando parli così, meco non parli. |
||
VAL. |
(Eh! si risolva). Olà, custodi! |
||
FUL. |
Ah! prima Lo sdegno tuo contro di me si volga. (a Valentiniano) |
||
VAL. |
Né puoi tacere? (a Fulvia) Il prigionier si sciolga. (si tolgono le catene ad Ezio) |
||
EZIO |
Come! |
||
FUL. |
(Che veggio!) |
||
MASS. |
(Oh stelle!) |
||
VAL. |
Al fin conosco Che innocente tu sei. Tanta costanza Nel ricusar la sospirata sposa, No, che un reo non avrebbe. Ezio, mi pento Del mio rigore: emenderanno i doni Le ingiuste offese de’ sospetti miei. Vanne; Fulvia è già tua; libero sei. |
||
FUL. |
(Felice me!) |
||
EZIO |
La prima volta è questa Ch’io mi confondo, e con ragion. Chi mai Un monarca rivale a questo segno Generoso sperò! La tua diletta Mi cedi, e non rammenti!... |
||
VAL. |
Omai t’affretta. Impaziente attende Roma di rivederti. A lei ti mostra: Dilegua il suo timor. Tempo non manca A’ reciprochi segni D’affetto, d’amistà. |
||
EZIO |
Del fasto mio Or, Cesare, arrossisco; e tanto dono... |
||
VAL. |
Ezio, va pur: conoscerai qual sono.
|
||
EZIO |
Se la mia vita Dono è d’Augusto, Il freddo Scita, L’Etiope adusto Al piè di Cesare Piegar farò. Perché germoglino Per te gli allori, Mi vedrai spargere Nuovi sudori; Saprò combattere, Morir saprò. (parte) |
||