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Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA UNDICESIMA
Massimo e Fulvia
MASS. |
Partì una volta. Io per te vivo, o figlia Io respiro per te. Con quanta forza Celai fin or la tenerezza! Ah, lascia, Mia speme, mio sostegno, Cara difesa mia, che al fin t’abbracci. (vuole abbracciar Fulvia) |
FUL. |
Vanne, padre crudel. |
MASS. |
Perché mi scacci? |
FUL. |
Tutte le mie sventure Io riconosco in te. Basta ch’io seppi, Per salvarti, accusarmi. Vanne; non rammentarmi Quanto per te perdei, Qual son io per tua colpa, e qual tu sei. |
MASS. |
E contrastar pretendi Al grato genitor questo d’affetto Testimonio verace? Vieni... (vuole abbracciarla) |
FUL. |
Ma per pietà lasciami in pace. Se grato esser mi vuoi, stringi quel ferro: Svenami, o genitor. Questa mercede Col pianto in su le ciglia Al padre, che salvò, chiede una figlia.
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MASS. |
Tergi le ingiuste lagrime; Dilegua il tuo martiro, Ché, s’io per te respiro, Tu regnerai per me. Di raddolcirti io spero Questo penoso affanno Col dono d’un impero, Col sangue d’un tiranno, Che delle nostre ingiurie Punito ancor non è. (parte) |