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Pietro Metastasio Ezio IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA DODICESIMA
Fulvia
FUL. |
Misera, dove son! L’aure del Tebro Son queste ch’io respiro? Per le strade m’aggiro Di Tebe e d’Argo; o dalle greche sponde Di tragedie feconde, Vennero a questi lidi Le domestiche Furie Della prole di Cadmo e degli Atridi? Là d’un monarca ingiusto L’ingrata crudeltà m’empie d’orrore: D’un padre traditore Qua la colpa m’agghiaccia; E lo sposo innocente ho sempre in faccia. Oh immagini funeste! Oh memorie! oh martiro! Ed io parlo, infelice, ed io respiro?
Ah! non son io che parlo, È il barbaro dolore, Che mi divide il core, Che delirar mi fa. Non cura il ciel tiranno L’affanno in cui mi vedo: Un fulmine gli chiedo, E un fulmine non ha. (parte) |