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Pietro Metastasio Ipermestra IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA OTTAVA
Danao, poi Ipermestra
DAN. |
Giunse Linceo dal campo e a me fin ora Non comparisce innanzi! Ah! troppo è chiaro Che la figlia parlò. Ma vien la figlia. Placido mi ritrovi; e lo spavento Non le insegni a tacer. |
IPER. |
Posso, o signore, Sperar che i prieghi miei M’ottengano da te che pochi istanti Senza sdegno m’ascolti? |
DAN. |
E quando mai D’ascoltarti negai? Teco io non uso Sì rigidi costumi: Parla a tua voglia. |
IPER. |
(Or m’assistete, o numi). |
DAN. |
(Mi scoprì: vuol perdono). |
IPER. |
Ebbi la vita in dono, Padre, da te: me ne rammento. E questo È degli obblighi miei forse il minore: Tu mi donasti un core, Che, per non farsi reo, È capace... |
DAN. |
T’accheta: ecco Linceo. |
IPER. |
Deh! permetti ch’io fugga L’incontro suo. |
DAN. |
No; già ti vide, e troppo Il fuggirlo è sospetto: il passo arresta, Seconda i detti miei. |
IPER. |
(Che angustia è questa!) |