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Pietro Metastasio
L'isola disabitata

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SCENA QUINTA

 

Enrico, e Silvia in disparte.

 

SILVIA

(Nulla intender poss’io).

ENRICO

Tenero in vero

È il caso di Gernando. Appena è sposo,

Dée con la sua diletta

Fidarsi al mar. Fra gl’inquieti flutti

Languir la vede; a ristorarla in questa

Spiaggia discende; ella riposa, ed egli

Da barbari rapito,

Tratto a contrade ignote,

In servitù vive tant’anni, e senza

Notizia più del sospirato oggetto.

SILVIA

(Pur si rivolse al fin. Che dolce aspetto!)

ENRICO

Parla a ciascun l’umanità per lui,

L’obbligo a me. La libertà gli deggio,

Primo dono del Ciel. Spietato ogni altro

Sarebbe; ingrato io sono

Se manco a lui. D’abborrimento è degna

Ogni anima spietata;

Ma l’orror de’ viventi è un’alma ingrata.

 

Benché di senso privo,

Fin l’arboscello è grato

A quell’amico rivo

Da cui riceve umor.

Per lui di frondi ornato

Bella mercé gli rende,

Quando dal sol difende

Il suo benefattor.

(parte)

 

 

 




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