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Pietro Metastasio L'eroe cinese IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA QUINTA
Ulania e Mintéo
MIN. |
Mi lusingai che mi rendesse un trono Degno di te, ma... |
ULA. |
Senza il trono, è degno Ch’io l’adori Mintéo. Non ha bisogno De’ doni della sorte Chi tanto ha in sé. Con quel del mondo intero Io del tuo cor non cangerei l’impero. |
MIN. |
Chi provò fra’ mortali Maggior felicità? Mio ben, mio nume, Amor mio, mia speranza... |
ULA. |
Andiamo al tempio; Leango attenderà. |
MIN. |
Sì, mi precedi: Con Siveno a momenti Io ti raggiungerò. (in atto di partire) |
ULA. |
Ferma; Siveno Or non è nella reggia. Il Ciel sa quando Ritornerà. Donde la bagna il fiume, Ne uscì poc’anzi armato Per opporsi a’ ribelli. |
MIN. |
Ah, sconsigliato! Io con tanto sudor del volgo insano Gl’impeti affreno; a presentarmi io stesso Vengo pegno di pace; ei va di nuovo Ad irritarlo, ad arrischiarsi! Ah, soffri Che a soccorrerlo io vada. |
ULA. |
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E per Siveno Così lasciar mi déi? |
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MIN. |
Egli è in rischio, mia vita, e tu nol sei. |
ULA. |
Ah, Mintéo, non è questa Prova di poco amore? |
MIN. |
Anzi è gran prova Dell’amor mio costante: Un freddo amico è mal sicuro amante.
Avran le serpi, o cara, Con le colombe il nido, Quando un amico infido Fido amator sarà. Nell’anime innocenti Varie non son fra loro Le limpide sorgenti D’amore e d’amistà. (parte) |