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Pietro Metastasio L'eroe cinese IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SETTIMA
Parte interna ed illuminata della maggiore imperial Pagoda. Così la struttura come gli ornamenti del magnifico edifizio esprimono il genio ed il culto della nazione.
Bonzi, Manderini d’armi e di lettere, grandi e custodi. All’aprirsi della scena si vede Leango in atto di ascoltar con isdegno alcune delle guardie.
Poi giunge Lisinga.
LEAN. |
E voi, stupidi, e voi del suo periglio Venite adesso ad avvertirmi? Andiamo; Seguitemi, codardi, (incamminandosi) A difender Siveno. |
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LIS. |
(piangendo) |
È tardi, è tardi. |
LEAN. |
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LIS. |
Più non vive. |
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LEAN. |
Ah! no? Chi l’assicura? |
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LIS. |
Questi occhi... oh Dio! questi occhi. Io dalla cima Della torre maggiore... aimè... lo vidi Affrettarsi... assalir... Sperò... volea... Ah, non posso parlar! |
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LEAN. |
Gelo! |
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LIS. |
Ei nel fianco Del popol folto urtò co’ suoi. Lo assalse Quello, assalito, e il circondò. Gli amici Tutti l’abbandonaro. Ei su la sponda Balza d’un picciol legno, e solo a tanti (Che valor!) s’opponea. La turba al fine Supera, inonda il legno. Ei d’ogni parte Ripercosso, trafitto, urtato e spinto Pende sul fiume, e vi trabocca estinto. |
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LEAN. |
A sì barbaro colpo Cede la mia costanza. Abbiam perduto, Voi, Cinesi, il re vostro, io di tant’anni I palpiti, i sudori. Astri inclementi, Di qual colpa è castigo La mia vecchiezza? Han meritato in Cielo Dunque il martìr di così lunga vita L’onor mio, la mia fede? Ah, d’un vassallo Così fedel, che ti giovò, Svenvango, La tenera pietà? Ricuso un regno, Ricompro i giorni tuoi Con quelli, oh Dio, d’un proprio figlio; e poi?
Ah! sia de’ giorni miei Questo l’estremo dì. Per chi, per chi vivrei, Se il mio signor morì? Per chi... |