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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
4 - AD APOSTOLO ZENO - VIENNA
Roma 5 novembre 1729.
Non credeva di poter aver maggior titolo di rispetto per V. S. illustrissima di quello che m'imponeva il suo nome, che da me fu dal principio de' miei studi insieme con tutta l'Italia venerato; ma ora mi si aggiunge una inescusabile necessità, poiché senza taccia d'ingrato non posso dissimulare di dovere alla generosità sua tutta la mia fortuna. Ella mi ha abilitato, facendosi da me ammirare ed imitare; mi ha sollevato all'onore del servizio cesareo col peso considerabile della sua approvazione; onde ardisco di lusingarmi che, riguardandomi come un'opera delle sue mani, seguiti a proteggere quasi in difesa del suo giudizio la mia pur troppo debole abilità ed a regolare a suo tempo la mia condotta, facendomi co' suoi consigli evitare quegli scogli che potrebbe incontrare chi viene senza esperienza ad impiegarsi nel servizio del più gran monarca del mondo. La confessione di questi miei obblighi verso di V. S. illustrissima e le speranze che io fondo nella sua direzione, sono finora note a tutta la mia patria, e lo saranno per fin che io viva, dovunque io sia mai per ritrovarmi, unico sfogo della mia verso di lei infruttuosa gratitudine. Non essendomi prescritto tempo alla partenza, ho creduto che mi sia permesso di differirla fino alla quaresima ventura. Ho spiegato prolissamente a Sua Eccellenza il signor principe Pio le cagioni di tale dilazione. Supplico V. S. illustrissima ancora a sostenerle, perché io possa venire senza il seguito di alcun pensiero noioso, quando però sia tutto questo di pienissima soddisfazione dell'augustissimo padrone; e baciandole umilmente le mani, le faccio profondissima riverenza.