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Pietro Metastasio
Lettere

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37 - A CARLO BROSCHI DETTO FARINELLO - MADRID

 

Vienna 28 maggio 1749.

 

Dunque son così preziosi i vostri caratteri, che non si può aspirare ad ottenerli senza averli prima sospirati per alcune olimpiadi? Ah barbaro! ah ingrato! ah tigre ircana! aspide sordo! gatto pardo! tarantola di Puglia! In tanti e tanti mesi né pur venirvi in capo di farmi sapere se siete vivo! Io credo che l'acqua del Manzanare sia l'onda di Lete, e che voi vi sguazziate dentro come una trota. Credo che vi siate affatto dimenticato il mio nome, e che, se alcuno lo proferisce voi presente, dimandate Chi è chisso? Feci correggere dal Migliavacca l'Armida placata e si mandò sollecitamente: vi scrissi su questa e su gli affari miei: sarà costì pur giunto il ritratto e avrà eseguite le tenere commissioni ch'io gli ho date per voi: ma con tutti questi stimoli non date segno di vita. Orsù, alle corte: o pensate a disarmare il mio poetico sdegno, o io vi trafiggerò con una satira in lode da far tremar la barba al famoso Ercole di Farnese che l'ha di pietra. Attento; ed incomincio.

Una bella dama, i cui cenni per me son leggi, sa che siamo amici e vuol ch'io vi scriva proponendovi per cotesto teatro una delle sirene di questo da lei protetta. La ninfa raccomandata si chiama la signora Colomba Mattei: ella è romana: dimostra all'aspetto 22 o 23 anni al più. Canta il soprano: ha voce chiara, intonata, senza difetti, agilissima; e va comodamente per due ottave dall'uno all'altro bemì: ha buon gusto nel metodo di portar la voce: la figura è proporzionata: ha molta abilità per recitare: non è brutta: ha bellissimi occhi; ed ha gran voglia di farsi onore. Qui ha contratta l'approvazione universale così nell'azione come nel canto, con tutto che si trovi alle coste la nostra impareggiabile africana Tesi, il capriccioso Caffariello, ed un tenore dell'Elettor di Colonia chiamato Raffi che canta come un serafino. Io che sono il padre di tutti i cacadubbi la sento con gran piacere; e non saprei che cosa desiderar di più in lei, se la sua statura, siccome è proporzionata e gentile, fosse un poco più grande, e se la sua voce, siccome è agile e bella, avesse un tantin più di corpo. Ella ha recitato tre anni in Palermo da prima donna, a Napoli da seconda con l'Astroa, da prima alla Corte di Bayreuth dove è in servizio, e ora da seconda con la Tesi; ma non vuol più cantar da seconda se non che con alcune poche già celebri del mestiere, perché sa che le altre che corrono non vagliono più di lei. Questi cavalieri impresari l'hanno già richiesta di fermarsi qui per l'anno venturo; ma ella gli tiene in sospeso perehé si ricorda che sino da quando era in Napoli le fu parlato di Madrid non so da qual maestro di cappella, e mi pare che sia più parziale delle doppie di Spagna che degli ungheri di Germania. Io non ho impegno che la prendiate, ma l'ho grandissimo di far vedere alla dama ch'io l'ho esattamente ubbidita; onde, se non la volete, rispondetemi almeno una lettera ch'io possa mostrare; se poi la voleste, per abbreviare il trattato in una distanza così enorme di paesi, potreste in una cartolina inclusa nella vostra lettera comunicare a me la vostra intenzione in quanto all'onorario e alle condizioni; ed io mi regolerò con quella, cercando il vostro certamente più che il vantaggio d'alcun altro. Vi assicuro ch'io faccio un gran sacrificio ad entrare in questo commercio teatrale: ma, se voi vedeste da che belle labbra esce il comando ch'io eseguisco, approvereste la mia condiscendenza. Ma non parliamo più di sirene.

Che vuol dir mai il vostro profondo silenzio sul mio lagrimevole affare della perduta percettoria? Vi siete forse perduto d'animo alle prime repulse? Un poco di vento contrario vi avrebbe mai fatto fuggire in porto? No, caro gemello: questa poca costanza non starebbe bene a voi. Col vento in poppa non si ricorrerebbe a Farinello: le difficoltà dell'impresa la rendono degna di lui: se le porte non si aprono a' primi, s'apriran forse a' secondi colpi; e bene spesso chi ha resistito ad uno non resiste a due assalti. Ricordatevi che combattete per il vostro gemello, per una giustizia incontrastabile; e se si vuol che sia grazia, non farebbe certamente disonore in tutta Europa né alla mano che la concedesse né a quella che l'avesse procurata.

Avrete forse curiosità di sapere come abbia incontrato Caffariello: eccovene la vera istoria. Le meraviglie che ne avean detto i suoi fautori facevano aspettar cose sopraumane: ma la prima sera dispiacque positivamente a tutti, e fu chiarissima la disapprovazione universale.

Dice egli che, sopraffatto dalla presenza delle MM. LL. imperiali, si scompose e non poté più rimettersi. Credetene quello che vi pare. È vero per altro che nelle recite susseguenti è andato riacquistando il suo credito a segno che v'è una porzione di nobiltà e di popolo che presentemente lo esalta sino al firmamento e sino a far comparazioni eretiche. V'è per altro tuttavia una considerabile moltitudine di seccatori che trovano la sua voce molta ma falsa stridula e disubbidiente, a segno che non sforzandola non attacca e sforzandola riesce per lo più aspra. Dicono ch'egli non ha giudizio nel cantare, perché prende spesso impegni che non può eseguire e rimane a mezza strada: dicono che ha cattivo gusto ed antico, e pretendono di riconoscere in lui le rancide girelle di Nicolino e di Matteuccio. Gridano che non s'è mai rappresentato così male come egli rappresenta, che ne' recitativi pare una monaca vecchia, che in tutto quello ch'egli canta regna sempre un tono lagrimevole di lamentazioni da far venire l'accidia all'allegria. Confessano che tal volta ei può dilettare all'eccesso; ma riflettono che questo caso è molto incerto, come dipendente da' capricci della sua voce e della sua testa, onde non paga il molto che fa soffrire. Avvertite ch'io riferisco e non decido; anzi protesto che ho per questo virtuoso tutta la stima ch'ei merita. La disgrazia della prima sera, questa divisione di voti, e la poca sicurezza ch'egli ha d'aver conseguito quello dell'augustissima nostra padrona, principessa, come sapete, molto illuminata nella musica, l'hanno eccessivamente umiliato, di modo che non lo riconoscereste alla sua presente modestia e rassegnazione. Se potrà continuar così, spero che acquisterà molti de' voti che gli mancano.

La nostra contessa d'Althann, che in questa occasione si è molto ricordata di voi, vi manda mille saluti. Ed io sospendendo la mia collera v'abbraccio con tutta la solita benché mal corrisposta tenerezza, e sono il vostro fedelissimo gemello.

 

P.S. La Mattei è impegnata in questo teatro per tutto il venturo carnevale.

 

 




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