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Pietro Metastasio
Lettere

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48 - AD ANNA FRANCESCA PIGNATELLI Dl BELMONTE - NAPOLI

 

Vienna 15 aprile 1750.

 

Sapevo ben io che in bocca del mio Monticelli si sarebbe aumentata considerabilmente la bellezza e la vanità della mia figliuola vagabonda: e da quello che deduco dal veneratissimo foglio di Vostra Eccellenza del 17 dello scorso, ho gran ragion di temere che l'eccessive carezze che costì le vengon fatte siano più efficaci a guastare una ragazza modesta che a correggere una scostumata. Basta: io non m'intendo molto della buona educazione delle fanciulle; onde mi rimetto a chi ne ha date così illustri pruove come Vostra Eccellenza. Intanto io le confesserò così fra noi (a patto per altro che non pubblichi il mio segreto) che io grido così contro le parzialità che a colei si fanno più tosto per iscarico di coscienza che per interno dispiacere che io ne serbi. Perché alla fin fine, o storpia, o diritta, o bella, o brutta, o savia o matta ch'ella sia, non lascia per questo d'esser mia figliuola: ed il sangue (come sogliam dire) non è acqua.

S'inganna moltissimo l'Eccellenza Vostra se crede che vi sia bisogno d'impiegar molta rettorica per invogliarmi al viaggio di Napoli: se bastasse l'averne voglia, non avrebbe ella avuto il tempo di propormelo. Per farlo saviamente conviene accordar molti pifferi: e mentre se ne rassetta uno, se ne scompongono quattro. V'è una età nella quale è piacer l'incomodo: ve n'è un'altra in cui si compra volentieri con l'incomodo qualche piacere: e v'è finalmente quella in cui non si cura il piacere che dee costare un incomodo. Vostra Eccellenza già grida: già mi tratta di poltrone. Pazienza. Io non ho detto di volermi già contar nella terza classe: ma convien che io confessi che mi sento molto disposto ad incamminarmi a quella volta. Resisto tuttavia quanto posso, ma l'efficacia del nostro meccanismo ha una diabolica forza. Gl'interessi miei mi obbligherebbero a determinarmi, quando dovessi render grazie: ma per sollecitare io non sono al caso: ho troppo cattiva opinione della mia abilità a persuader certe cose ancorché ragionevoli e dimostrative. Con tutto questo l'assicuro che penso moltissimo a questo viaggio: che spesso me ne vado figurando le circostanze, e che me ne vaglio come d'uno specifico sicuro contro gli accessi de' miei flati ipocondriaci. Ma Vostra Eccellenza è in collera, e non vuol menar buone le mie ragioni. Oh la placherò ben io con un potentissimo incanto, a cui mi rido ch'ella sappia resistere. Eccole la musica del nostro Caffariello sopra la mia Partenza di Nice. La vegga, la canti, la consideri, l'ammiri e poi sia sdegnata se le dà l'animo. Egli ha conosciuto i difetti della mia musica, ha avuta compassione delle parole, le ha rivestite di migliore stoffa, e le ha presentate in abito più decente. Nel partir da questa Corte, io l'avrei mandata prima, se prima di questa mattina me l'avesse data il nostro Perez che ne avea copia: ed avrei ringraziato l'autore se non me ne avesse fatto mistero. Se Vostra Eccellenza vuol conoscere il merito di questa musica canti con essa più d'una strofa della mia canzone.

Le... e riverenze umilissime al signor principe ed al signor marchese, ed io sono intanto col solito rispetto.

 

 

 




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