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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
75 - AL CARDINALE CAMILLO PAOLUCCI - ROMA
Vienna 8 novembre 1756.
Al veneratissimo foglio dello scorso mese, che si degnò l'Eminenza Vostra inviarmi dalla sua villeggiatura d'Albano, desidererei poter corrispondere con contraccambio di notizie, siccome lo faccio di ringraziamenti per quelle che da esso, mercé la sua generosa compiacenza, ho raccolte. Ma l'inaspettata e frettolosa ritirata delle due armate prussiane da tutto il regno di Boemia, e la malvagia stagione, che incominciando ad imperversare rende difficili e dannose le operazioni militari, non solo ci defrauda per ora i desiderati progressi, ma ci fa prevedere che la prudente cura di conservare intanto le nostre forze illese alla sollecita apertura della futura campagna ci obbligherà di ridurre le nostre armate in una specie di accantonamento che vaglia loro di quartiere d'inverno. Ed in fatti (benché non se ne sappia positivamente il motivo) attribuisce il pubblico a questo oggetto la venuta del conte Lucchesi, che dal campo di Bodin si è trasportato già son tre giorni in Vienna. La tanto lodevole quanto (ma non per sua colpa) inutile spedizione del maresciallo Browne per liberare i Sassoni, la svantaggiosa capitolazione di questa partenza del re di Polonia per Varsavia, i piccioli vantaggi conseguiti da' nostri nella ritirata de' nemici, la partenza delle truppe austriache da' Paesi Bassi, e tutti i manifesti pubblicati dalle due parti, sono nuove troppo viete per annoiarne fuor di tempo l'Eminenza Vostra. Il sicuro intanto è che l'augustissima padrona avrà fra poche settimane in Boemia centoquaranta e più mila combattenti, tutti suoi. La casa d'Austria non è mai stata così formidabile. Le pubbliche speranze de' buoni son ben fondate. Le bacio la sacra porpora e sono.