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Pietro Metastasio Achille in Sciro IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA SETTIMA
Gran sala illuminata in tempo di notte, corrispondente a diversi appartamenti, parimente illuminati. Tavola nel mezzo, credenze all'intorno; logge nell'alto, ripiene di musici e spettatori.
Licomede, Teagene, Ulisse e Deidamia, seduti a mensa; Arcade in piedi accanto ad Ulisse; Achille in piedi accanto a Deidamia; e per tutto cavalieri, damigelle e paggi.
CORO |
Lungi lungi fuggite fuggite, Cure ingrate, molesti pensieri; No, non lice del giorno felice Che un istante si venga a turbar. Dolci affetti, diletti sinceri Porga Amore, ministri la Pace, E da'moti di gioia verace Lieta ogni alma si senta agitar. Lungi lungi fuggite fuggite, Cure ingrate, molesti pensieri; No, non lice del giorno felice Che un istante si venga a turbar.
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LIC. |
Fumin le tazze intorno Di cretense liquor. |
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DEID. |
Pirra, lo sai: Se di tua man non viene, L'ambrosia degli dèi Vil bevanda parrebbe a'labbri miei. |
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ACH. |
Ubbidisco. Ah! da questa Ubbidienza mia Vedi se fido sia di Pirra il core. |
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TEAG. |
(Che strano affetto!) (guardando Deidamia ed Achille) |
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ACH. |
(Oh tirannia d'amore!) (nell'andar a prender la tazza) |
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LIC. |
Quando da'greci lidi i vostri legni L'àncora scioglieranno? (ad Ulisse) |
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ULI. |
Al mio ritorno. |
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TEAG. |
Son già tutti raccolti? |
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ULI. |
Altro non manca Che il soccorso di Sciro. |
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LIC. |
Oh, qual mi toglie Spettacolo sublime La mia canuta età! |
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(Un paggio porge la tazza ad Achille: egli, nel prenderla, resta attonito ad ascoltare il discorso artifizioso di Ulisse) |
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ULI. |
(Non si trascuri L'opportuno momento). È di te degna, Gran re, la brama. Ove mirar più mai Tant'armi, tanti duci, Tante squadre guerriere, Tende, navi, cavalli, aste e bandiere? Tutta Europa v'accorre. Omai son vuote Le selve e le città. Da'padri istessi, Da' vecchi padri invidiata e spinta, La gioventù proterva Corre all'armi fremendo. (Arcade, osserva). |
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DEID. |
Pirra! |
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ACH. |
È ver. (si riscuote, prende la tazza, s'incammina, poi torna a fermarsi) |
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ULI. |
Chi d'onore Sente stimoli in sen, chi sa che sia Desio di gloria, or non rimane. Appena Restano, e quasi a forza, Le vergini, le spose; e alcun, che dura Necessità trattien, col Ciel s'adira, Come tutti gli dèi l'abbiano in ira. |
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DEID. |
Ma Pirra! |
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ACH. |
Eccomi. (va colla tazza a Deidamia) |
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DEID. |
(piano ad Achille, nel prendere la tazza) (Ingrato! Questi di poco amor segni non sono?) |
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ACH. |
(Non ti sdegnar, bell'idol mio: perdono!) |
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LIC. |
Olà! rechisi a Pirra L'usata cetra. A lei, Deidamia, imponi Che alle corde sonore La voce unisca e la maestra mano: Tutto farà per te. |
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DEID. |
Pirra, se m'ami, Seconda il genitore. |
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ACH. |
Tu il vuoi? Si faccia. (Oh tirannia d'amore!) |
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(Un paggio gli presenta la cetra: altri pongono un sedile da un de' lati a vista della mensa) |
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TEAG. |
(Tanto amor non comprendo). |
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ULI. |
(Arcade, adesso è tempo: intendi?) (piano ad Arcade) |
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ARC. |
(piano ad Ulisse) |
(Intendo). (parte) |
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ACH. |
(canta accompagnandosi con la lira)
Se un core annodi, Se un'alma accendi, Che non pretendi, Tiranno Amor? Vuoi che al potere Delle tue frodi Ceda il sapere, Ceda il valor. |
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CORO |
Se un core annodi, Se un'alma accendi, Che non pretendi, Tiranno Amor? |
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ACH. |
Se in bianche piume De'numi il nume Canori accenti Spiegò talor; Se fra gli armenti Muggì negletto, Fu solo effetto Del tuo rigor. |
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CORO |
Se un core annodi, Se un'alma accendi, Che non pretendi, Tiranno Amor? |
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ACH. |
De' tuoi seguaci Se a far si viene, Sempre in tormento Si trova un cor; E vuoi che baci Le sue catene, Che sia contento Del suo dolor. |
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CORO |
Se un core annodi, Se un'alma accendi, Che non pretendi, Tiranno Amor? |
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(Al comparir dei doni portati da' seguaci di Ulisse s'interrompe il canto d'Achille) |
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LIC. |
Questi chi son? |
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ULI. |
Son miei seguaci; e al piede Portan di Licomede Questi, per cenno mio, piccioli doni, Che d'Itaca recai. Lo stile usato D'ospite non ingrato Giusto è che siegua anch'io. Se troppo osai, Il costume m'assolva. |
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LIC. |
Eccede i segni Sì generosa cura. |
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ACH. |
(Oh Ciel, che miro!) (avvedendosi d'un'armatura, che venne fra' doni) |
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LIC. |
Mai non si tinse in Tiro Porpora più vivace. (ammirando le vesti) |
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TEAG. |
(ammirando i vasi) Altri fin ora Sculti vasi io non vidi Di magistero egual. |
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DEID. |
(ammirando le gemme) L'eoa marina Non ha lucide gemme al par di quelle. |
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ACH. |
Ah, chi vide fin ora armi più belle! (si leva, per andare a veder più da vicino le armi) |
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DEID. |
Pirra, che fai? Ritorna Agl'interrotti carmi. |
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ACH. |
(Che tormento crudele!) (torna a sedere) |
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VOCI |
(di dentro) |
All'armi! all'armi! |
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(S'ode strepito d'armi. e di stromenti militari. Tutti si levano spaventati: solo Achille resta, sedendo in atto feroce) |
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LIC. |
Qual tumulto è mai questo? |
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ARC. |
(esce simulando spavento) |
Ah! corri Ulisse, |
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Corri l'impeto insano De'tuoi seguaci a raffrenar. |
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ULI. |
(fingendo esser sorpreso) |
Che avvenne? |
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ARC. |
Non so per qual cagion fra lor s'accese E i custodi reali Feroce pugna. Ah! qui vedrai fra poco Lampeggiar mille spade. |
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DEID. |
Aita, o numi! Dove corro a celarmi? (parte intimorita) |
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TEAG. |
Fermati, principessa. (parte seguendola) |
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VOCI |
(di dentro) |
All'armi! all'armi! |
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(S'ode strepito d'armi. Licomede, snudando la spada, corre al tumulto. Fugge ognuno. Ulisse si ritira in disparte con Arcade per osservare Achille, che si leva, già invaso d'estro guerriero) |
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