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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
LVI
A MICHELE DI CERVELLONI - MADRID
Vienna 26 novembre 1751.
Sarei inconsolabile se all'impazienza da me sofferta nel mio lungo silenzio si mescolasse una benché minima parte di rimorso; ma non avendo fisicamente potuto rispondere finora all'ultimo veneratissimo foglio di Vostra Eccellenza del 23 d'agosto, benché io senta vivamente tutta la pena del danno, evito almeno tutto il rossor della colpa.
Venne a ritrovarmi la sua lettera suddetta nel terminare dello scorso settembre fra i boschi della Moravia, non così sollecita come avrebbe potuto, e mi venne accompagnata da Vienna da un frettoloso augustissimo comando di rendermi immediatamente alla Corte per dirigere la rappresentazione d'un'opera scritta da me d'ordine sovrano per esser cantata da dame e cavalieri nel venturo carnevale, e improvvisamente destinata al giorno di Santa Teresa; onde le disposizioni che avrebbero dovuto farsi in tre mesi si sono ristrette in due settimane. Si trattava d'esporre su le scene quattro damigelle tedesche, affatto novizie di tal mestiere, e questo solo pensiere richiedeva quattro de' miei pari; ma questa pesantissima commissione non è stata la sola. Per un concorso inesplicabile d'accidenti aulici, non si è trovato chi abbia voluto in questo caso far da cavalier della musica; onde non già l'onore ma il peso n'è tutto ricaduto su le mie spalle: quindi ho dovuto io solo caricarmi della direzione delle decorazioni e di tutte le minime infinite cure che precedono il componimento di tale spettacolo. In queste angustie potrà Vostra Eccellenza immaginarsi come io mi sia ritrovato; consideri ch'io non ho potuto trovare un momento per lamentarmi dell'incomoda mia salute, e che più d'una volta mi è mancato il tempo per gli uffizi necessari della vita. Pure a dispetto di tante difficoltà tutto fu pronto per il giorno destinato; ma perché questa specie di miracolo perdesse parte del merito, si ammalò una delle attrici e convenne trasportar l'opera otto giorni. L'esito finalmente ha pagato generosamente le penose mie cure. Non ho mai veduto in questa Corte spettacolo più degno degli augusti suoi spettatori; né mai ho veduto che potessero unirsi tutti i voti del pubblico, come si sono uniti nell'ammirazione di questo. Le dame superano, particolarmente nell'azione, tutte le più celebri attrici. So che non sarò creduto, ma perdono agli increduli perché ho dovuto perdonare a me stesso. La musica è del Bono, ed è impareggiabile: le scene e gli abiti sono magnifici, e il visibile straordinario gradimento de' clementissimi padroni aggiunse un insolito splendore a tutto lo spettacolo.
Gli attori sono stati il signor conte Bergen, quattro Fraile, cioè Rosenberg, Kollonitz, Frankenberg e Lamberg: si è rappresentata l'opera cinque volte, e finita la quinta, gli augustissimi padroni ritennero a cena gli attori ne' loro abiti teatrali, e ciascuno di essi nello spiegar della salvietta trovò il suo regalo, consistente in galanterie d'oro e di gioie adattate alla persona. La cena durò fin verso la mezzanotte, e gli attori ne partirono ricolmi di grazie, d'applausi e di mille replicate testimonianze del clementissimo sovrano gradimento. Dovea esser quella l'ultima rappresentazione; ma sento ora, che l'augustissima padrona desideri che si replichi alcune altre volte in città, e che si pensi a determinare il sito in Corte atto a ricevere le decorazioni che sono state a Schönbrunn. Il soggetto dell'opera è la celebre generosità d'Alessandro, che restituì il regno di Sidone al povero e sconosciuto Abdolonimo. Il titolo è il Re pastore per non prevenire svantaggiosamente i lettori innocenti con la barbarie di quel nome.
Benché tormentato più crudelmente che mai dai miei flati, angustiato dal tempo e spaventato dall'inesperienza degli attori che mi furono proposti, per un fenomeno inesplicabile non ho mai scritta alcuna delle mie opere con facilità eguale e della quale io abbia meno arrossito. Avrei voluto mandarlo a Vostra Eccellenza, ma ho incontrato tali difficoltà nel consegnare al ministro quella che avea commissione di mandare a Farinello, che non ho ardito di tentare il guado un'altra volta. Per la posta il valore della merce non si eguaglierebbe alla spesa, onde attendo occasione di mandarla evitando gl'inconvenienti.
La povera nostra signora contessa d'Althann ha risentito nel corpo il colpo che l'ha ferita nell'animo alla perdita del suo fratello.
L'aria di Moravia le ha reso molto ma non tutto quello che avea perduto nella salute. Le ho comunicata la lettera di Vostra Eccellenza, e mi ha commesso d'assicurarla del contraccambio della parziale memoria che conserva Vostra Eccellenza di lei. Con gli stessi sentimenti di riconoscenza e di stima ha letta il conte di Canale l'onorata menzione che fa Vostra Eccellenza di lui, e tutti conchiudiamo che la sua lontananza non è dannosa che a noi. Possedendo ella soprabbondanti capitali di dottrina e di esperienza onde popolar la solitudine o procurarsela in mezzo al tumulto. Rinnovi, la supplico, la memoria della costante mia divozione alle eccellentissime contesse madre e figlia e mi creda con rispetto eguale agli obblighi miei.