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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
XCIX
A NICOLÒ JOMMELLI - LUDWIGSBURG
Vienna 6 aprile 1765.
Dunque il mio adorabile Jomella pur si ricorda di me? Questa verità, della quale, a dispetto del vostro eterno silenzio, io non ho mai dubitato, confermata dal carissimo vostro foglio del 3 dello scorso marzo, mi ha cagionato un piacere poco meno che peccaminoso: tanto più che io me l'ho inutilmente alcune volte procurato mandandovi già qualche tempo fa il mio Alcide al bivio per mezzo del signor Filippo le Roy, e più recentemente scrivendovi una lunga cicalata che doveva esservi consegnata dalla signora Scotti, la quale presentemente canta da prima donna in Londra, e partendo da questa Corte asserì di voler passare per cotesta. Ma o sia colpa de' miei corrieri, o della vostra per lo più inefficace benché sempre ottima volontà, io sono così sicuro di occupare un invidiabile luogo nel vostro cuore, che qualunque contrario palpabilissimo argomento non potrà giunger mai a farmene temere incerto il possesso.
Mi è stato carissimo il prezioso dono delle due arie magistrali che vi è piaciuto inviarmi; e, per quanto si stende la mia limitata perizia musicale, ne ho ammirato il nuovo ed armonico intreccio della voce con gl'istrumenti. L'eleganza di questi, non meno che delle circolazioni, e quella non comune integrità del tutto insieme le rende degne di voi. Confesso, mio caro Jomella, che questo stile m'imprime rispetto per lo scrittore; ma voi, quando vi piace, ne avete un altro che s'impadronisce subito del mio cuore senza bisogno delle riflessioni della mente. Quando io risento dopo due mila volte la vostra aria Non so trovar l'errore, o quella Quando sarà quel dì ed infinite altre che non ho presenti e sono anche più seduttrici di queste, io non son più mio, e convien che a mio dispetto m'intenerisca con voi.
Ah non abbandonate, mio caro Jomella, una facoltà nella quale non avete e non avrete rivali! Nelle arie magistrali potrà qualcuno venirvi appresso con l'indefessa e faticosa applicazione; ma per trovar le vie del cuore altrui bisogna averlo formato di fibra così delicata e sensitiva come voi l'avete, a distinzione di quanti hanno scritto note finora. È vero che, anche scrivendo in questo nuovo stile, voi non potete difendervi di tratto in tratto dall'espressione della passione che il vostro felice temperamento vi suggerisce; ma obbligandovi l'immaginato concerto ad interrompere troppo frequentemente la voce si perdono le tracce de' moti che avevate già destati nell'anima dell'ascoltante, e per quella di gran maestro trascurate la lode di amabile e potentissimo mago.
Addio, mio caro e degnissimo amico: se voi sapeste da quali occupazioni io sono oppresso, conoscereste quanta sia la tenera amicizia, che non mi lascia ancora terminar questa lettera. Conservatevi gelosamente per onore dell'armonica famiglia; continuate a riamarmi e credetemi invariabilmente.