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Pietro Metastasio Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
CXIII
A LEOPOLDO TRAPASSI - ROMA
Vienna 23 novembre 1767.
Ho finito di leggere con piacere eguale all'attenzione i tre ultimi libri del vostro Secessus tusculanus, e gli ho trovati così nitidi di stile come gli antecedenti, ricolmi d'infinita erudizione antica, moderna, sacra e profana; e quello di cui più mi son compiaciuto è il sano, prudente e moderato giudizio che regna in tutto cotesto vostro lodevolissimo lavoro; onde me ne congratulo con esso voi e meco in solidum iure fraterno. Questo erudito monumento potrà quandocumque far testimonianza a' posteri che l'enorme frenesia irreligiosa, che tutto contamina interamente il nostro secolo, non è mai giunta a corrompere la vostra ragione, e voi potete intanto compiacervi del tempo e dei sudori da voi degnamente impiegati e dell'approvazione de' pochissimi, se alcuno potrete costì rinvenire, che non deridano, come aniles fabulas, le più autorevoli e venerabili verità; che quasi emissari di quella divinità che combattono, intendono e spiegano a lor talento quanto si è per tanti secoli giustamente creduto superiore all'umano intendimento; e che intolleranti di qualunque ecclesiastica o secolare podestà, professandosi teneri amici degli uomini, ne sovvertono intanto la necessaria società, spezzando i più sacri, i più antichi e i più solidi legami della medesima, e che dilatando il nome di libertà oltre i giusti confini della prudente definizione di Erennio Modestino, chiamano violenze tiranniche quelle regole che sono figlie della libertà medesima, che la dirigono, non la distruggono, e che ne limitano una parte per non perderla tutta. Cotesta enorme licenza di pensare e di parlare raduna facilmente proseliti, perché trova partigiani ed avvocati efficacissimi nelle nostre passioni, alle quali paiono subito lucidi ed incontrastabili tutti i raziocini che loro tolgono quel freno che convien pur che si soffra se si vuol vivere insieme. Non veggo perciò apparenza che il mondo risani da cotesto epidemico delirio a forza di ragioni: convien che funeste conseguenze, a poco a poco intollerabili a tutti, disingannino col fatto. Questa terribile crisi dee per necessità seguire, e forse è incominciata; ma prima che il tutto prenda di nuovo il suo equilibrio, sa Dio che sarà di noi. Vi rendo grazie della cura che avete presa d'informarmi delle stravaganze del Vesuvio; e tanto più ne compatisco i vicini, quanto a proporzione de' loro vivaci temperamenti li conosco sensibili oltre il segno comune. — Addio. Conservatevi e credetemi.