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Pietro Metastasio
Nitteti

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SCENA SECONDA

 

Amenofi, poi Nitteti e Beroe, entrambi in abito pastorale, fra guardie.

 

AMEN.

Oh come, amor tiranno,

Confondi i sensi e la ragion disarmi!

Ma... Quai ninfe! qual’armi! Oh dèi, Nitteti!

D’Aprio la figlia! il mio tesoro! Ah, donde,

Donna real? Che fu? Perché d’armati

Cinta così?

NITT.

Nol so. Vittima io vengo

Forse del nuovo re. Dal bosco, in cui

Io m’ascondea da lui, qui tratta a forza

Son con l’ospite mia.

AMEN.

No; t’assicura:

Amasi non trascorre a questi eccessi.

BER.

(Dalmiro almen potessi

Del mio caso avvertir).

AMEN.

Di questa schiera

Qual è il duce, e dov’è?

NITT.

Bubaste ha nome;

Va incontro al re.

AMEN.

Raggiungerollo. Or ora

In libertà sarai; ne son sicuro.

BER.

(Le smanie di Dalmiro io mi figuro).

NITT.

Prence, la prima prova

Del tuo bel cor questa non è. Son grata,

Conosco...

AMEN.

Ah no, non mi conosci: io sempre...

Sappi... Tu sei... Sperai... (Barbaro amore!

Tu m’annodi la lingua al par del core).

 

Se il labbro nol dice,

Ti parla il sembiante

D’amico costante,

Di servo fedel;

Che farsi palese

Almen con l’imprese

Per esser felice

Sol brama dal Ciel. (parte)

 

 

 




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