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Pietro Metastasio Nitteti IntraText CT - Lettura del testo |
SCENA OTTAVA
Sammete, poi Nitteti, indi Amenofi
SAMM. |
Assistetemi, o numi; Son fuor di me. Che avvenne? Dove Beroe s’invia? Perché mel tace? Chi la sforza a lasciarmi? Ed io fra queste Tenebre ho da languir? Morir degg’io, E ignorar chi m’uccide? È il mio tesoro, È il genitor che mi tradisce? (resta immobile e pensoso, e non ode che le ultime parole di Nitteti) |
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NITT. |
Ah, prence, Son rea; perdona. Un improvviso assalto Di cieco sdegno al genitor mi fece La tua Beroe tradir. |
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SAMM. |
(con vivacità) |
No; principessa, |
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Possibile non è. Beroe incapace È di tradirmi. Ha troppo bello il core, Troppo candida ha l’alma. |
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NITT. |
O non m’intendi, O non t’intendo. |
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SAMM. |
(da sé) |
(In questa angustia, in questa |
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Oscurità come restar? No; voglio Raggiungere il mio ben... Ma, oh Dio! m’impose Di non seguirla). (pensoso come sopra, e non intendendo che le ultime parole di Amenofi) |
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AMEN. |
Al genitor, Sammete, Il passo affretta. Egli m’impose... |
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SAMM. |
Ed io Ubbidirla non posso: Nulla ho promesso a lei. Quand’io la siegua, Non dee Beroe sdegnarsi. (in atto di partire) |
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AMEN. |
Odi; arresta. Qual favella è mai questa? Io non ritrovo Senso ne’ detti tuoi. Non sembra intero, Caro prence, il tuo senno. |
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SAMM. |
È vero, è vero; Son fuor di me; perdona: La ragion m’abbandona. Ah, chi pretende Ragion da un disperato? Non l’ha chi non la perde in questo stato.
Mi sento il cor trafiggere, Presso a morir son io: E non conosco, oh Dio! Chi mi trafigge il cor. Non so dove mi volgere: Indarno i numi invoco; E il duolo a poco a poco Degenera in furor. (parte) |
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